giovedì 16 Gennaio 2025
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BORGARO T.SE – Gianluca Rocca: «Noi, cittadini di serie B perché abbiamo in casa un disabile gravissimo»

I genitori di Stefano chiedono un futuro per il figlio, disabile grave, in una comunità residenziale

BORGARO T.SE – Chi li conosce sa che Gianluca e Marianna Rocca sono due persone fuori dal comune. Sa che hanno forza e coraggio da vendere, e che affrontano ogni giorno, per quanto duro possa essere, con il sorriso sulle labbra. Chi li conosce sa non hanno mai preteso la luna ma semplicemente, e legittimamente, quello che leggi e norme concedono loro. Sa che non hanno mai fatto le vittime, e che hanno sempre portato avanti la loro vita al meglio. Chi li conosce, conosce anche Stefano, uno dei loro due figli. Un ragazzone di trent’anni, grande e grosso, affetto da una disabilità gravissima.

Chi li conosce sa che a volte, in certi momenti, anche loro perdono la pazienza, ma senza alzare mai la voce. A volte, in certi momenti, anche loro vengono presi dallo sconforto, ma sono sempre pronti a ripartire. «Abbiamo sessant’anni, trenta dei quali passati ad accudire Stefano, tra notti insonni ed assistenza continua – spiegano – E giunti a questo punto della nostra vita, al di là dell’età che avanza, e della forze che iniziano ad affievolirsi, dobbiamo pensare al futuro di Stefano. Per questo abbiamo chiesto di poterlo inserire in una comunità residenziale. Per permetterci di iniziare a vivere e di garantirgli un’avvenire sereno anche quando non ci saremo più». Quanto, in sostanza, prevede la legge chiamata “Dopo di noi”, nulla più. Vale a dire la presa in carico, progressiva, della persona con disabilità grave quando i genitori sono ancora in vita. In strutture dignitose, situate a poca distanza dal luogo di residenza per evitare che si spezzi il legame con la famiglia, e che le visite possano svolgersi senza troppe difficoltà. «Ma non è stato così – proseguono – Le risposte delle varie istituzioni in alcuni casi sono state quasi offensive. Strutture assolutamente inadatte, indecorose. Con un rapporto ospiti – personale assolutamente inadeguato, che impedisce agli operatori di lavorare al meglio e ai disabili di avere quell’assistenza che spetta loro. Dei veri e propri ghetti. E laddove le strutture sono all’altezza della aspettative, l’inserimento non è stato possibile per vari motivi, compresa la mancanza di posti. E se a questo aggiungiamo il fatto che oltre a essere genitori siamo anche figli, e che i nostri genitori sono ormai molto anziani e necessitano di assistenza, si capisce perché ci troviamo davvero in difficoltà». Il problema di fondo che esistono disabilità più leggere e disabilità più pesanti. E se per le prime non è così difficile trovare una soluzione, per le seconda la situazione è molto più complessa. «In sostanza ci sentiamo cittadini di serie B – concludono – Con dei diritti sanciti dalle leggi ma che non riusciamo a farci riconoscere».

Chi li conosce, sa anche che Gianluca e Marianna non hanno mai lasciato nulla di intentato per quel figlio così sfortunato, e che anche questa volta, con tutta la determinazione di cui sono capaci, le proveranno tutte per avere semplicemente quel che devono avere. Non una virgola in più.

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