CANAVESE – L’agricoltura ha un futuro? E’ quanto abbiamo chiesto a Simona Appino, segretario di zona del Partito Democratico ma, soprattutto, imprenditrice agricola.
Quello dell’agricoltura è un settore in crisi da tempo, non sono stati anni facili con l’agricoltura messa da parte, sino a farla diventare quasi un’agricoltura “di sussistenza”.
Alla luce della drammatica situazione in cui ci troviamo a vivere e tutti i rincari che, in questi giorni, non hanno fatto altro che implementare una già precaria condizione.
«Gli agricoltori si trovano di fronte ad un forte disagio: siamo all’inizio della semina e il costo di gasolio, concimi, sementi e diserbanti è alle stelle. È un momento particolarmente difficile e bisogna trovare al più presto una soluzione. Non è una problematica degli agricoltori, ma di tutti perché si traduce in un passaggio che va dalla terra agli scaffali. L’agricoltura è il settore primario e, come tale, dobbiamo esigere che venga trattato come tale. Gli aumenti non ci sono solo da adesso; il gasolio agricolo ha iniziato ad aumentare già mesi fa, quando il periodo era già estremamente difficile dopo l’emergenza covid. C’era la voglia di ripartire, ci sono gli aiuti del PNRR ma non bastano. Ci vuole una strategia diversa a livello europeo perché i giochi si fanno e decidono lì. È altrettanto necessario che il nostro governo ci aiuti in maniera diversa, cambiando totalmente il modo di lavorare. C’è bisogno di un’economia diversa» racconta Simona Appino.
Altro problema attuale che gli agricoltori e produttori italiani si stanno trovando a vivere in queste settimane riguarda l’import/export. È notizia di questi giorni quella del blocco di ingenti quantità di bottiglie di vino destinate al mercato russo, il che ha comportato un’ingente perdita per le attività vitivinicole canavesane. «L’import/export è sempre stato molto importante, anche per quanto riguarda il grano e il mais. Non importando più grano dall’Ucraina e dalla Russia e mais dall’Ungheria, alla luce di quanto sta succedendo, dobbiamo rispondere in maniera adeguata. Sicuramente non risolviamo seminando di più, ma non è assolutamente il momento di lasciare i terreni incolti o a riposo, ma piuttosto puntare sull’utilizzo di tutti i terreni» continua l’imprenditrice.
A tutto ciò bisogna sommare altre due gravi questioni che coinvolgono gli agricoltori canavesani: la siccità e i cinghiali. Se per la prima non si può fare nulla per quanto attiene la seconda invece tanto si può fare. «Questa situazione si trascina da troppo tempo ed è necessaria una decisione, indubbiamente non facile e impopolare, da parte della Regione Piemonte, che deve ordinare subito l’abbattimento di questi animali che distruggono i nostri raccolti. I costi sono raddoppiati e si fatica a portare a termine la semina, vedersi distruggere tutto è assurdo oltre che mortificante. Gli agricoltori sono imprenditori e hanno tutto il diritto di raccogliere quello che seminano. E i casi di peste suina che si stanno verificando tra i cinghiali tra Liguria e Piemonte non hanno fatto altro che far scendere il prezzo della carne di suino creando un problema per tutto il comparto» conclude la segretaria del PD alto canavese.
Forse è il caso di iniziare a pensare che i problemi non sono solo degli altri, ma sono di tutti, specialmente quando finiscono sulle nostre tavole!
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