Mi chiedono spesso se, per scrivere un libro, basta carta e penna.
Posso dire che non è una passeggiata scrivere cose che attraggano poi il lettore, bisogna pensare solo a chi ti legge mentre scrivi.
Qualcuno mi ha detto: “Ho un’ idea brillante ma non sono assolutamente capace a scriverla!”
La scrittura è un’arte che può far diventare stupendo anche un pensiero banale.
Vogliono scrivere un libro (non di rado insieme a me) talvolta persone aride e sbrigative nei modi.
Sono fiera di essere un’artigiana che privilegia la qualità, questo mi porta oggi ad essere letta ed apprezzata anche da persone con ruoli importanti che sanno di trovare in me la verità.
Quando compriamo una lattina di olio commerciale sappiamo che si tratta di un prodotto industriale.
L’artigiano, per l’olio di oliva (ad esempio) ti fa vedere che olive utilizza, su richiesta, ovviamente.
E quando i vari giornali mi intervistano, beh la gioia è autentica per me perché ogni volta è un’intervista non richiesta, e solo così io ho il polso di quanto piacciono realmente i miei libri. Mi sono trovata persino pubblicizzata su piattaforme e store e non sapevo chi avesse deciso di mettere i miei libri in evidenza ed erano: “La felicità? Ve la do io!” e “Mostri!” libri che erano addirittura in bella mostra e dunque in pubblicità gratuita, venni poi a sapere che qualcuno li aveva considerati come libri originali.
Ma tutto questo non lo può capire chi mi chiede di scrivere per fare immediatamente cassa, se io avessi voluto, avrei ceduto i diritti a case editrici tradizionali ma al prezzo di trasformare i miei libri in romanzi perché (mi è stato proprio detto) ritenuti scomodi, veri e troppo espliciti da creare imbarazzo parlandone poi in certi contesti.
Il romanzo invece è opera della fantasia ed avrei aggirato l’ostacolo perché il moralismo di tanti media non consente di parlare apertamente di cose brutte che accadono quotidianamente, descrivere il mobbing, la violenza negli ambienti di lavoro, le violenze in famiglia, le corna a qualsiasi livello e ambiente, il racconto della realtà è scomodo, ecco allora che alcuni mi proponevano di trasformare i miei libri in romanzi e così, tutti i gravi e scandalosi fatti raccontati sarebbero diventati frutto della mia mente.
E naturalmente la mia scelta di raccontare il vero la pago in termini di visibilità ma non di lettori che, seppur in giro per il mondo, non sono pochi ma che nessuno dice per non celebrarmi.
Ma ciò che mi differenzia dagli altri è che io amo realmente scrivere e, ad eccezione della trasmissione di Gigi Marzullo in cui ho parlato del libro “Mostri!” e qualche radio in cui sono stata invitata nel tempo, in genere preferisco svolgere il mio lavoro senza tanti clamori e celebrazioni, amo la qualità di tutto ciò che faccio e la antepongo alla quantità, come faccio a farlo capire a chi vuole scrivere un libro con me puntando immediatamente al business?
Addirittura ho messo alla prova delle persone che intendevano parlare dell’amore che dicono di mettere nella loro professione privata e mi sono accorta che qualcuno è ricorso addirittura a pensieri d’amore ed intere frasi copiate da internet, sono quei professionisti che speravano di scrivere poi con me un libro al volo e dal successo immediato.
Scrivere un libro significa avere da dire, saperlo dire e dunque essere persone profonde. Le persone dall’animo sterile cosa possono scrivere? lo percepisco subito quando uno vorrebbe scrivere per diventare ricco e famoso.
Chiesi ad Indro Montanelli di intervenire ad una Conferenza universitaria precisando che sarebbe stato retribuito per il suo intervento, lui mi zittì subito dicendo: “A questo punto della mia vita, sono all’altezza di poter venire alla Conferenza senza volere alcun compenso, sono libero e fiero di fare le cose in cui credo!”
Montanelli mi insegnò la bellezza di essere liberi e fieri di fare le cose che ci piacciono, senza pressioni degli editori, senza ansia.
Dunque, a quanti mi chiedono se scrivere o meno un libro, io non dico mai di non farlo, anzi cerco di dare sempre suggerimenti come Luciano De Crescenzo li dava a me, dico però a tutti di mettersi alla prova, non è detto che il primo libro debba rivelarsi un successo e magari non viene pubblicato perché rifiutato dagli editori. Bisogna scrivere senza rincorrere premi letterari o immaginarsi tra i best (sui quali avrei molto da dire ma preferisco evitare), non arrendersi, non accettare qualsiasi proposta pur di definirsi scrittori. Addirittura alcuni che hanno la loro professione medica, legale o altro a Roma mi chiedono di pubblicare un libro ma con il vivo obiettivo di avere poi lettori soprattutto a Roma per incrementare la loro attività professionale privata, sono coloro che cercano di vendere libri sperando allo stesso tempo di far diventare i loro lettori dei clienti o pazienti, a seconda dei casi, sono quelli che vanno a caccia solo di business ed in genere sono fallimentari in tutto.
Non dimentichiamo che la scrittura richiede profondità di pensiero, autocritica, un pizzico di ironia ed umiltà.
Io sono cresciuta a suon di critiche anche pesanti dei più famosi scrittori e giornalisti ma solo così si migliora. Chi oggi accetta le critiche?
Ognuno si presenta a me certo di saper scrivere e di essere interessante e, quando nessuno poi lo legge, tira fuori la solita scusa che gli italiani non leggono (anche se è decisamente vero ma solo in parte) mentre se un libro incontra il silenzio totale, bisogna porsi pure qualche domanda ma ognuno cerca sempre il colpevole anche di un proprio flop e mai i motivi.
Noto che tanti purtroppo non vogliono seguire i consigli perché il consumismo tipico della nostra società del “tutto e subito” non tollera consigli, tanti vogliono essere posizionati tra i più letti e vincere premi ad ogni costo per mostrarsi migliori, ma, soprattutto, fare cassa, senza saper scrivere un libro, questo è semplicemente vergognoso.
Non dimentichiamo poi che scrivere è anche terapeutico ma bisogna leggere prima di dire di voler scrivere. Se non si è lettori, come ci si improvvisa scrittori? Diventa complicato. È come voler prendere la patente senza essere mai saliti su una macchina. Leggere rappresenta un ottimo allenamento per il nostro cervello e scrivere serve a liberarsi. La scrittura ci può aiutare a vivere meglio.
Consiglio quindi a tutti di scrivere e di appuntarsi anche su un quaderno i propri quotidiani pensieri, per non disperdere gli obiettivi e i traguardi, questo è un consiglio che mi dette l’Editorialista Rossana Rossanda, poi se ne nasce un libro o no, si vedrà.
