CANAVESE – Dopo il cauto ottimismo dei mesi scorsi, il futuro torna a tingersi di tinte fosche. La prima indagine trimestrale congiunturale elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte offre, infatti, un quadro pessimistico. Per quanto riguarda le previsioni della produzione totale si passa da un + 1,78% a un – 7,18%. Peggiora anche il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini: da +1,04% a -6,32%.
Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese salgono dal 35,66% al 37,42%; quelle di carnet da uno a tre mesi crescono dal 43,83% al 45,11%; quelle di carnet superiore ai tre mesi scendono dal 20,51% al 17,47% denotando una minore fiducia nelle aspettative di commesse di lavorazione sul lungo periodo. Peggiora ulteriormente il saldo dei nuovi ordini per le esportazioni, che passa dal -30,47% al – 32,84%. Saldo negativo anche per l’andamento occupazionale (da -3,87% a -5,08%) e per le ipotesi di assunzione di apprendisti (da -18,57% a – 19,58%). Scendono gli investimenti per ampliamenti previsti nel corso dell’anno (da 13,22% a 8,80%), e di contro sale la percentuale di chi non prevede di investire: dal 70,20 al 72,49%.
«Sul peggioramento delle previsioni degli artigiani – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – incidono da un lato le incertezze sulla situazione sanitaria e sulla sua gestione, dall’altro lato l’impennata dei prezzi delle materie prime ed in particolare dell’energia che si traducono in costi pesantissimi per la produzione. Se a tali fattori aggiungiamo il dietrofront del Governo sulla cessione del credito legata ai bonus nell’edilizia, sull’economia reale si abbatte la tempesta perfetta. Inutile dire che tutto ciò costituisce anche un forte disincentivo alle nuove assunzioni ed all’utilizzo dell’apprendistato. Confidiamo – conclude – negli effetti positivi di alcune misure contenute nella legge di bilancio 2022 quali quelle riguardanti fisco, riforma degli ammortizzatori sociali, credito che, se attuate concretamente e coerentemente a tutti i livelli, possono dare un impulso per il superamento della crisi. Un ragionamento a sé merita il bonus edilizia, per il quale chiediamo fortemente la rimodulazione della norma per la cessione del credito, riducendo la burocrazia, al fine di dare certezze ad imprese e famiglie. Auspichiamo quindi che le istituzioni e la politica confermino nei fatti l’attenzione al mondo delle imprese e le coinvolgano nelle scelte necessarie a dare alla nostra economia una reale possibilità di sviluppo».
