Avevo due amici che erano (loro due) ex compagni di liceo oltre quaranta anni fa, uno, laureato, l’altro, no.
Entrambi nei miei contatti social proprio nel periodo del lockdown.
Presto notai che il nostro comune amico non laureato era una persona molto superficiale perché, secondo lui, il suo ex compagno di classe non aveva problemi se non quelli di spendere i suoi soldi visto che comunque guadagna di più. Ebbene la frivolezza di questo mio ex amico social consisteva tutta nel dare giudizi facili e mai frutto di riflessione. Il frivolo in genere non riflette, lancia in aria commenti come coriandoli. Al mio amico frivolo piaceva definire il suo vecchio compagno di scuola come “il bombolo” (per via del suo attuale volume fisico), oppure come il mio spasimante questo perché fu il primo a sapere che io e il laureato avremmo preso un caffè insieme) ed ancora, amava definirlo come una specie strana di maniaco cacciatore di donne attraverso i social. Per ogni persona superficiale (ed anche per il mio ex amico) non esiste la sofferenza né i dispiaceri altrui, infatti, io e il suo vecchio compagno di liceo, secondo lo sciocco amico comune, eravamo ricchi e felici già solo perché laureati. Questa idea di felicità basata sul titolo di studio e sul reddito è alquanto sciocca ma, non dimentichiamo, che questo mio pezzo, ha come oggetto la frivolezza e il comportamento superficiale di chi si comporta con poca serietà perché incapace di pensieri e sentimenti profondi. Ma soprattutto, notai che il mio amico frivolo desiderava, come tutti i suoi simili, sfuggire alla realtà che gli pesava e, persino le amicizie, in genere durano un breve periodo con ogni persona superficiale.
Provai ad affrontare diversi discorsi con il mio amico su certi argomenti ma non era mai serio, solo l’invidia verso il suo ex compagno di studi era fissa e me ne resi conto quando, parlando del suo passato, mi disse che lui invece non aveva terminato mai l’ Università perché aveva deciso di “fare famiglia” ed aggiunse di non essere più in rapporti idilliaci nemmeno con la moglie oltre ad essere triste per il fatto di non aver potuto aspirare ad un lavoro migliore perché non aveva terminato gli studi.
È già una leggerezza estrema quella di abbandonare un percorso di studi non per un impedimento grave ma per sposarsi ed avere dei figli, salvo poi, come mi confidò il frivolo stesso, sentirsi frustrati tutta la vita per aver accettato un lavoro di livello inferiore. Un matrimonio e la famiglia possono al massimo ritardare il conseguimento della laurea, si fanno maggiori sacrifici certo, ma, il rinunciare per sempre a qualcosa, è un gesto che non si dimentica.
Quando feci notare al mio amico che poteva ritenersi soddisfatto di aver avuto almeno dei figli, cosa che il laureato non ha mai avuto, il frivolo, fregandosene altamente, rispose: “Beh, lui non ha figli ma ha sicuramente dei soldi in più per comprarsi una nuova macchina o una seconda casa mentre io, senza laurea, guadagno meno, sta meglio lui!”
Ecco che la superficialità non permetteva di esprimere un giudizio valido solo perché basato su una situazione economica ritenuta più florida e dunque foriera di felicità, del resto, ogni persona superficiale vede beati sempre gli altri.
Come poteva il frivolo dire che il mio amico laureato fosse felice visto che non lo frequentava più da tanto tempo? Giusto un superficiale può dire che un altro è felice senza sapere più nulla.
Ma poi, quando gli chiesi il motivo per cui lui pubblicasse su Facebook la stessa foto antichissima della sua classe del liceo, mi ritrovai scritta questa risposta: “Beh? Rivedersi tutti in foto serve anche al bombolo per rinfrescarsi la memoria su quando era anche lui giovane, magro e con i capelli, oggi si è trasformato anche lui, non solo io!”
Ecco la risposta di una persona che non sapeva fare altro che sfottere, giocare, non affrontare mai un argomento serio, pur buttando dentro ogni frase una certa dose di cinismo.
Ricordo il mio ex amico come uno dalla risata facile ma dalla battuta cattiva che sembrava avere talvolta pronta, salvo chiedermi ogni volta di non raccontare qualche sua considerazione personale poco carina all’amico comune visto che lo riguardava.
Ed è anche dietro ad un viso sorridente che pubblica su un social immagini allegre davanti ad una pizza o simili che si può nascondere tanta amarezza, le immagini sceme possono nascondere di tutto, anche un sottile cinismo.
Non tutti abbiamo lo stesso modo di affrontare i problemi, i dispiaceri, i momenti no e gli attimi di debolezza.
C’è chi piange a dirotto, chi urla, chi ha voglia di starsene solo con se stesso. Chi ha bisogno di parlare. Chi non vuole mostrare al mondo quel che sta vivendo. Chi, delle volte ha bisogno di parlare e, altre, di stare in silenzio. La frivolezza però può nascondere rabbia e ferocia. Al di là dei due ex compagni di classe di un tempo, oggi, ai tanti frivoli che si incrociano sui social e a chi si presenta in una conversazione pubblica o privata paragonandomi al sole o ad una stella rara, replico chiedendo se ha un obiettivo profittevole visto che non apprezzo le persone inconcludenti perché non sono in grado di trovare una sintesi risolutiva su quasi nulla nella vita.
Ricordo di aver letto un complimento del mio antico amico (il laureato) verso una donna dei suoi contatti social che qui riporto in parte: “Anche il sole ha compreso chi è la vera fonte di luce e ……”
Veramente l’autore della frase poetica sopra riportata, lo ricordo come un amico che vedeva belle donne ovunque sui social, tranne la moglie. Ma va detto che sui social la frivolezza impazza alla grande e noi donne ci ritroviamo ad essere quasi tutte paragonate a delle fonti di luce, al sole o a perle rare. Sembrerebbero complimenti presi dalla funzione copia/incolla per quanto si assomigliano talvolta ma è chiaro che sono sciocchezze che si scrivono solo per fare bella figura, si esagera, sono frasi ad effetto che tutte leggiamo ma sappiamo bene che, dietro ad ogni complimento, segue il nulla.
I social sono pieni di soggetti inconcludenti, sciocchi e frivoli, non solo il mio ex amico non laureato.
Ma tra i tanti contatti di amicizia e professionali, ho almeno la fortuna di accorgermi ormai da tempo che si defilano da sole proprio le persone superficiali ed inconcludenti, ed è un’ottima scrematura automatica questa, come si defilò anche il mio amico social laureato mentre il suo ex compagno di classe di oltre quattro lustri fa, da tempo è stato eliminato dai miei contatti perché da me ritenuto troppo frivolo.
Per una persona come me, costretta a leggere la chat anche solo per rispondere a richieste varie tra interviste e pareri, è importante capire presto la natura di ciascun contatto, senza perdere tempo con inutili frivolezze, il tempo è denaro e, persino il raccontare di due miei ex contatti social, come sto facendo con questo mio pezzo, si inquadra in quella che è la mia attività di narratrice del vero, quella che mi fa avere tanti lettori.
“Niente è più frivolo che il trattare in modo frivolo cose serie!” Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, 1509