Se il dialogo è la conversazione tra due o più persone, molti lo confondono con il monologo.
Tantissime sono le persone che ci utilizzano come se fossimo un cestino, considerando la nostra mente utile per buttarci dentro i loro rifiuti.
Immaginate invece che qualcuno decida di non buttare giù il sacchetto dei suoi rifiuti ma che lo porti in casa vostra per gettarne il contenuto a terra, nel bel mezzo del vostro soggiorno e l’immondizia puzzolente è lì che giace sparpagliata a terra.
L’esempio del pattume gettato rende l’idea di cosa significhi ascoltare qualcuno che non chiede di poterti confidare qualcosa, che non teme di stancarti con le lamentele prolungate senza una finalità costruttiva. Chi si lamenta soltanto con voi senza mai agire è soltanto una persona che vuole gettare la mondezza da qualche parte.
Va detto che le persone negative sono generose ad offrirvi soltanto i loro rifiuti.
Ricordo quando al telefono, una ragazza (un contatto social) in nemmeno dieci minuti dette sfogo alla rabbia nei confronti del suo ex fidanzato del quale mi raccontò vita morte e miracoli, stessa cosa che fece raccontandomi anche le sue patologie una ad una e nei minimi dettagli, come se io avessi dovuto scrivere una biografia dei suoi malanni, timori, sciagure. Quella pesante telefonata mi fece sentire immediatamente una certa stanchezza mentale per aver ascoltato una sequela infinita di lamenti in cui la tipa aveva parlato sempre in prima persona senza mai interrompersi per chiedermi se io volessi fare qualche osservazione al riguardo.
Ed ancora, una ex collega di lavoro di mia sorella, ricordo che mi rivolgeva la parola (quasi assalendomi) ogni volta per aggiornarmi sulle sue sciagure e malanni veri o presunti, uno dopo l’altro, con l’aggiunta di critiche seriali a questo o quello, cosa che faceva soprattutto con me mentre ai superiori si rivolgeva normalmente parlando di lavoro e di altro.
Con la scusa dell’empatia che mi contraddistingue da sempre, chiunque vorrebbe ancora oggi inondarmi di racconti infiniti soprattutto riguardanti questioni tristi, oggi dico fermamente a molti: “No grazie!” Non sempre lo dico chiaramente ma mi defilo.
Da tempo evito, come fossero appestati, tutti coloro che si affacciano apposta per consegnarmi “immondizia”, si riconosce da lontano chi ti cerca solo per sfogarsi.
Ma chi ha voglia solo di lamentarsi non chiede il permesso, ti versa i rifiuti addosso, sotto forma di racconti.
Dove mi riconoscono come scrittrice e talvolta incontrandomi in strada, mi chiedono (anche perfetti sconosciuti) fugaci consigli che nascondono spesso soltanto una voglia di passare a raccontarmi, sempre sotto forma di lamentela, fatti e misfatti della propria vita.
Quando in passato avevo più tempo per ascoltare gli altri, mi sentivo un cestino degli altrui sfoghi da cui mi liberavo a fatica perché provavo imbarazzo nel rifiutarmi ed anche perché pensavo di imparare cose nuove.
Preciso che oggi sono molto più selettiva e attenta nel non mettermi a disposizione di chiunque ma non intendo dire che non ci si possa lamentare con qualcuno, semmai che non deve, il lamento essere la sola cosa che si fa puntualmente con determinate persone.
Se ridi, scherzi e dialoghi normalmente con qualcuno che ti è amico, confidargli poi un tuo dolore o dispiacere, fa parte della vita.
Anche tra i tanti contatti social si incappa in una miriade di lamentosi seriali, molti sono anche uomini con cui decidi di approfondire la conoscenza arricchendola di conversazioni telefoniche, del resto, nel periodo del lookdown, chi non ha aggiunto qualche nuova conoscenza anche social?
Apriti cielo quando decidi di ascoltare la categoria degli “sposati in crisi”, in questi casi, non solo diventi il cestino dei loro sfoghi ma anche lo zimbello delle loro bizzarre fantasie dopo che ti rivelano la loro totale apatia che vivono in coppia. In molti casi, va detto, che gli uomini usano più o meno la stessa tattica di confidare il loro malessere per arrivare a vivere esperimenti di seduzione a vario titolo con la complicità di colei che si presta. In alcuni casi, poi parlando con amici comuni, viene fuori che si tratta davvero di uomini dalla vita matrimoniale disastrosa.
Ma dal momento che poi pressoché tutti, salvo rare eccezioni, dopo i loro sfoghi e lamentele, restano nella stessa condizione senza cambiare mai nulla, è evidente che cerchino soltanto cestini in cui gettare i rifiuti.
Non serve ascoltare chi non ci migliora e ci strumentalizza con la scusa di volerci confidare la sua vita con le lamentele, sono soltanto scuse che ci portano a sconnetterci dalla realtà che è fatta anche di bei propositi, ricordando che non esiste un vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
Dunque serve fare attenzione quando ci troviamo ad ascoltare qualcuno, per capire se ha obiettivi reali oppure se cerca solo di liberarsi della sua spazzatura.
Ed è ormai certo chiunque si presenta ed esordisce con lamentele sulla sua vita di coppia, sul mondo che non funziona, sulla immoralità altrui, ecc ecc, sicuramente non cerca nessun consiglio da noi ma tenta solo di alleggerire il suo fardello esistenziale. Chi vuole risolvere i propri problemi invece agisce.
Considerando poi che tanti sono dei vampiri di altrui energia perché sono capaci, se gli si dà l’opportunità, di portarci via il tempo, i pensieri, l’entusiasmo, la gioia, la bellezza e persino la giovinezza, tutte cose che nessuno ci restituirà, tanto vale ignorare certe persone.
Susanna Agnelli disse, a mò di esperimento, di fare agli altri la stessa cosa che fanno a te per vedere la loro reazione. Sarebbe interessante invertire i ruoli invitando un qualsiasi lamentoso cronico a prendere un aperitivo per fargli passare un paio di ore all’insegna dei vostri lamenti a raffica, delle vostre disavventure professionali, dei vostri amori del passato, state certi però che il lamentoso non vi ascolterà e vi interromperà con qualsiasi scusa o scapperà via.
Da ultimo, va detto che il lamento è un comunque un pensiero pesante ed inutile e il pensare troppo senza agire serve solo ad alzare i livelli di cortisolo, ovvero l’ormone dello stress e vale per entrambi, sia per chi si lamenta che per chi ascolta o legge. Chi si lamenta spenge i neuroni anche di chi ascolta, dunque non vale proprio la pena di accogliere e/trattenere nella nostra vita chi sa soprattutto intasarci inutilmente il cervello!
La felicità riguarda soprattutto coloro che sanno liberarsi da chi tenta di manipolare e usare gli altri a proprio piacimento.
Parola di Alessandra Hropich
Per informazioni sul libro dedicato alla felicità:
https://www.youcanprint.it/la-felicita-ve-la-do-io/b/62150c3f-b50b-5a3d-a224-ed8dd9c9c6b1