CUORGNÈ – Continua a tenere banco la situazione del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè, ancora chiuso nonostante la struttura non sia più dedicata ai pazienti Covid-19 com’era invece fino ad alcune settimane fa. Numerosi nelle scorse settimane, gli interventi di sindaci e assessori canavesani, che hanno anche scritto all’assessore regionale Icardi per richiedere un incontro urgente.
“Sono il primo, come cuorgnatese, ad essere rammaricato per la prolungata chiusura del servizio di pronto soccorso. E mi sono impegnato sin da subito per ottenerne la riapertura, incontrando più volte l’assessore regionale alla Sanità e il direttore dell’Asl To4 – commenta il consigliere regionale Mauro Fava -. Ma il quadro che mi è stato fornito è estremamente grave. In tutto il Piemonte c’è un grave deficit di medici urgentisti, necessari per la riapertura dei pronto soccorso. E il 25% di questa carenza di personale è concentrata nella sola Asl To4. Se a questo aggiungiamo il fatto che dal corso di specializzazione all’Università di Torino ogni anno esce un numero insufficiente di urgentisti, possiamo ben capire che il problema non è né di facile, né di pronta soluzione. Piuttosto mi sorprendo nel leggere le esternazioni di certi amministratori locali, che sono ben a conoscenza della realtà. Potrei capire se a dire certe cose fosse uno come me, che ha fatto per una vita l’operaio, ma da chi è del mestiere non me l’aspetto. Evidentemente si tratta solo di vuote iniziative propagandistiche, volte a cercare un po’ di facile consenso e di spazio sui giornali”.
“Piuttosto bisognerebbe andare a capire come si sia arrivati ad avere numeri così preoccupanti che rischiano di mettere a repentaglio il funzionamento di servizi sanitari essenziali – aggiunge ancora Fava –. E’ evidente che il problema viene da lontano e che per trovare una soluzione serve tempo. Io ho ricevuto, da parte del direttore dell’Asl Stefano Scarpetta, l’assicurazione del massimo impegno per riaprire il Pronto Soccorso di Cuorgnè nel più breve tempo possibile, ma certamente non sarà una questione di giorni, né di settimane: dobbiamo essere chiari su questo punto ed evitare di prendere in giro la gente con promesse che è fuori dalla nostra possibilità mantenere. Certamente questo autunno riapriranno tutta una serie di servizi, tra sale operatorie, ambulatori e reparti, che faranno rimettere in moto l’ospedale, ma per il Pronto Soccorso temo che l’attesa sarà più lunga”.
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