Il Covid torna a colpire in Italia con maggiore forza, con la diffusione della variante delta tra le principali cause dell’aumento dei contagi, e per alcune regioni si torna a parlare del rischio zona gialla che comporterebbe regole, misure e restrizioni più dure rispetto a quelle attuali proprio nella stagione del turismo. Cresce quindi l’attesa per la cabina di regia, che dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana. Sul tavolo del governo resta anche la questione del green pass e l’ipotesi di renderlo obbligatorio come già accaduto in Francia. Ma su questo punto non mancano le voci critiche anche all’interno delle forze di maggioranza. “Dopo un anno e mezzo di chiusura, abbiamo bisogno di ripartire. Non è che puoi chiedere il green pass per andare a prendere il cappuccio al bar la mattina”, ha detto a chiare lettere Matteo Salvini, leader della Lega.
“Le attività non hanno subito già abbastanza in un anno e mezzo di restrizioni? Per il governo no. In fondo che sarà mai abbassare le serrande per 5 giorni se ci sono clienti senza Green Pass, che problema c’è se il gestore del locale dovrà fare anche il controllore. Freghiamocene di chi ha la colpa di vivere del suo lavoro e non dei sussidi grillini”, le parole di Giorgia Meloni, all’opposizione con Fratelli d’Italia.
Nessuna regione in ogni caso cambierà colore lunedì 19 luglio, ma dalla settimana successiva la situazione potrebbe cambiare nelle zone maggiormente colpite in queste settimane. Tra le regioni più a rischio in base all’incidenza dei casi ci sarebbero Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania. Ma per un eventuale cambio di colore, come assicurato dal ministro della Salute Roberto Speranza, “peserà di più il tasso dei ricoveri” rispetto agli altri indicatori. “In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione” contro il Covid, secondo il ministro è infatti “ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione”.
L’ultimo bollettino della Protezione Civile fa intanto registrare 3.121 nuovi casi e 13 morti, con un tasso di positività all’1,3%. In terapia intensiva si trovano 162 pazienti, uno in più rispetto al giorno precedente, con 9 ingressi nelle ultime 24 ore. I ricoverati con sintomi sono 1.111 (+23). Secondo quanto rilevato dall’Istituto superiore di sanità nell’ultimo report, “la maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non completamente vaccinati (cioè che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino, che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino)”.
I grafici della popolazione italiana raccontano che “la percentuale dei casi tra i vaccinati è largamente inferiore alla percentuale dei casi tra i non vaccinati. Se i vaccini non fossero efficaci nel ridurre il rischio di infezione, non si osserverebbero differenze nel numero di casi tra vaccinati e non vaccinati”, fanno notare gli autori del report.
Per quanto riguarda la tipologia dei soggetti colpiti, rileva l’Iss, “nelle ultime due settimane il 26,7% dei casi totali ha un’età inferiore a 19 anni”, quindi più di 1 su 4, “il 62,3% ha una età compresa tra 20 e 59 anni e l’11% ha un’età superiore a 60 anni”.
(AdnKronos)
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