MAZZÈ – Non è d’accordo sul deposito delle scorie nucleari, ma neanche sull’estensione del Paro del Po, il consigliere comunale di opposizione Danilo Piretto, il quale ha inviato una nota ai media che pubblichiamo qui integralmente.
“Che fosse indispensabile fare fronte comune per impedire l’insediamento sul nostro territorio del sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi lo affermai molto chiaramente già all’indomani della pubblicazione dell’elenco di Sogin.
Affermai con altrettanta chiarezza che ritenevo prioritariamente politica la partita da giocare e non ho cambiato opinione.
Parallelamente, certo, è stato indispensabile procedere con gli opportuni riscontri tecnici da opporre al progetto e devo dire che il risultato del lavoro che i professionisti incaricati stanno svolgendo è molto interessante, mi stupisco che non abbia il rilievo anche mediatico che meriterebbe.
Purtroppo, a distanza di quasi 5 mesi dal famoso Consiglio comunale congiunto fra i comuni di Caluso, Mazzè e Rondissone, sono costretto a rilevare come quel lo rimanga l’unico atto politico di una certa rilevanza andato in scena sul nostro territorio.
In altre zone del Piemonte, investite del problema scorie, i sindaci si sono mossi subito: hanno loro stessi creato comitati di comuni, hanno portato la politica che conta, regionale e romana, a presentarsi e prendere posizione, noi ci raduniamo sotto i gazebo , ma forse siamo un pochino isolati politicamente.
Abbiamo rinunciato ad assumere il ruolo di capofila che dovrebbe essere proprio di un Comune al cui interno del territorio ricade il 90 per cento della superficie dedicata al sito previsto.
In questo contesto, puntuale, come previsto, è arrivata anche la proposta di estendere sul nostro territorio il Parco del Po. Anzi, per la verità, come ha affermato il nostro sindaco, di collegare il Parco del Po, già esistente a Rondissone, al Parco del Lago di Candia. Questa soluzione, secondo l’Amministrazione comunale, sarebbe indispensabile per scongiurare l’insediamento del sito di scorie.
Si tratta di una proposta vecchia, proposta che 30 anni fa respinsero con forza la popolazione e il Consiglio comunale con tanto di delibera dedicata.
Il nostro territorio è bello così com’è: oggi è usufruibile da tutti, da chi vuole passeggiare, fare una pedalata, organizzare una merenda. Esiste questa necessità di avere imposti dall’alto vincoli e divieti inutili, che ricadrebbero negativamente in particolare su chi qui vive, lavora, ha delle proprietà?
Di più, l’incidenza dei danni cagionati dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali, alle colture agricole e alle strutture sono in continuo esponenziale aumento su tutto il territorio regionale e i parchi, soprattutto quelli che vincolano ambienti vocati, sono l’incubatoio dei cinghiali, il serbatoio, il riparo sicuro dal quale poi gli animali fuoriescono e si espandono su tutto il territorio circostante. Per la felicità di chi pratica l’attività venatoria sulla specie, ma la disperazione degli agricoltori e di chi ha la sfortuna di trovarseli di fronte all’automobile in mezzo alla strada.
La zona sulla quale si vorrebbe estendere il parco è molto vocata, ma oggi si riesce a mantenere la situazione sotto controllo, perché i cinghiali principalmente transitano, cosa accadrebbe se avessero la possibilità di stabilizzare le loro popolazioni?
Il Parco non può e non deve essere all’ordine del giorno, non voglio pensare che si stia rispolverando il vecchio armamentario per accondiscendere AMA (Amici Mazzè Ambiente) associazione di cui il parco è sempre stato cavallo di battaglia, perché significherebbe che si stanno tradendo la buonafede e le ansie della gente, la quale ha aderito al comitato per contribuire a combattere l’insediamento del sito e si ritroverebbe utilizzata per raggiungere uno scopo totalmente diverso.
La battaglia contro l’insediamento del sito deve essere combattuta ma utilizziamo le armi adatte, evitiamo escamotage e furbate fuori luogo. Recuperiamo il tempo perso, che si riprenda il filo della politica e si riaprano i tavoli di discussione giusti, esaltiamo nelle sedi opportune i riscontri positivi che i tecnici hanno accumulato e stanno ancora implementando, questa è la strada corretta per raggiungere l’obiettivo.
Aspettiamo la comunicazione ufficiale che il progetto parco sia stato abbandonato. NO SCORIE, NO PARCO.”
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