CASTELLAMONTE – Una celebrazione con una manciata di partecipanti, dovuta alle restrizioni per il Covid, alla quale però l’amministrazione comunale di Castellamonte, una piccola delegazione dell’Anpi e alcuni Vigili del Fuoco del distaccamento Volontari della cittadina, non hanno voluto rinunciare.
In una lettera aperta alla cittadinanza il Primo Cittadino Pasquale Mazza scrive:
“Cari Castellamontesi, siamo nuovamente arrivati al 25 aprile, anniversario della Liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazifascista, fondamento della vita democratica italiana.
Purtroppo anche per quest’anno, siamo costretti a vivere questa ricorrenza rispettando una serie di limitazioni e di restrizioni legate alla situazione sanitaria mondiale.
Seppur presi dalle fatiche quotidiane e dalle enormi incertezze verso il futuro legate a questo periodo, è però fondamentale dedicare un pensiero a questa data e al suo significato.
Fondamentale perchè è grazie al 25 aprile 1945, e grazie alle persone che resero eterna questa data, che è nata la nostra Repubblica.
Fondamentale perchè senza il contributo di chi ha combattuto, spesso pagando con il prezzo della vita, non avremmo avuto libertà.
Diventa allora attuale celebrare il 25 aprile, grazie anche all’importante lavoro di divulgazione e di testimonianza dell’A.N.P.I. e dei progetti portati avanti nelle scuole.
Soprattutto ai più giovani infatti chiediamo di dedicare un momento di riflessione e di informarsi sulle figure protagoniste della resistenza locale, su chi, come Pasquale Educ, Adriano Ghione e tanti altri, hanno dato vita combattendo per un mondo migliore, seguendo il desiderio di libertà.
Quella stessa libertà negata a Marcello Martini, deportato a soli 14 anni nel campo di concentramento di Mauthausen con la solo colpa di non essere fascista.
Anche se forzatamente separati, con il ricordo rendiamo omaggio ai sacrifici e all’impegno di chi ci ha proceduto, mantenendo vivi, soprattutto e ancora di più in questo momento difficile, quegli ideali di unità e di voglia di ricostruire che caratterizzavano l’Italia di quegli anni, quei passaggi storici che costruirono l’identità di un paese che, oggi come allora, vogliamo tutti più giusto, libero, equo e migliore.”
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