“Prima di guarire qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare!” – Ippocrate
Incontro ogni giorno persone chiaramente animate da paure: paura di affrontare se stessi, paura di sbagliare, di parlare, paura delle malattie e di soffrire, paura di dover cambiare qualcosa.
Una società impaurita dunque, uomini e donne che temono tutto, ecco perché ci sono tante persone che scelgono di lasciare tutto com’è, solo per paura.
Poco a poco, sono le abitudini che ci portano ad accettare tutto, ci sembra una comfort zone, una scelta sicura ma, in tal modo, abbiamo solo scelto di rimanere immobili, per paura di ogni cambiamento.
Avendo un filo diretto con i miei lettori, tanti mi chiedono come essere felici ma poi, alla prima osservazione sul loro modo di pensare contrario al vivere con gioia, ricevo risposte del tipo: “Ah ma io sono fatto così!” “Non posso rivedere la mia idea su questo o quello!” “Vorrei essere felice ma non dipende da me!”
Ho menzionato solo poche frasi sbagliate di persone che vogliono essere felici ma si ritengono giuste perché sembrano convinte di far bene nel loro essere ostinate.
L’ostinazione non significa essere di carattere ma solo avere paura. Ci si intestardisce anche con atteggiamenti e pensieri sbagliati perché si teme di affrontare noi stessi e ci fa paura, allora si sceglie un pensiero fisso ed irremovibile su una persona o su determinati fatti o situazioni.
Crediamo di metterci al sicuro con una sola idea fissa su molte cose.
Ma come può chiedermi di essere felice chi poi subito ammette di non essere disposto nemmeno a rivedere una sua opinione o idea?
L’ostinazione è paura di affrontarsi e confrontarsi.
La società è piena di persone ostinate mentre è carente di gente con carattere e sicura di sé.
Io stessa ho verificato su di me la sensazione bellissima che si ha da quando ho imparato a vedere la stessa cosa su più fronti, anche la mia idea sulle stesse persone viene vista in modo nuovo e pian piano più chiaro.
Mi hanno chiesto di fare un esempio concreto, mentre parlavo della felicità e della paura ad un Convegno in cui dissi: “La prima paura che le persone hanno è di loro stesse, dei loro desideri e delle insicurezze. Si vestono quasi tutti da persone coraggiose ma, basta un nulla e ti accorgi del loro castello di sabbia che crolla!”
Feci un esempio sulle persone deludenti:
“Le persone deludenti rappresentano in un primo momento una tegola sull’altrui felicità, incappare in una di loro è come vivere una sorta di lutto.
Ma tutto bisogna rielaborarlo, rivedere le cose con il senno di poi ti fa vedere che, quella persona o persone (a seconda dei casi) non avevano chissà quale valore, ma siamo state noi che, erroneamente glielo abbiamo dato, magari perché ci sentivamo soli ed avevamo paura della solitudine.
Quando sei a freddo e torni ad analizzare una persona che ci ha deluso, spesso arrivi a dire: “Ma come ho potuto darle spazio? Ero proprio pauroso di restare solo per parlare con un simile disgraziato, possibile che non me ne accorgevo?”
Ecco la sintesi del mio discorso che ebbe successo perché in molti si riconobbero nel mio esempio pratico.
La paura di restare soli fa davvero avvicinare a chiunque.
Quante unioni sono nate e restano in piedi solo per paura della solitudine? O solo perché si deve creare una famiglia sennò si teme il giudizio della società?
Quante cose si fanno e si mantengono solo per paura?
Non posso illustrarle tutte.
Avere paura significa soprattutto non avere la voglia di guardare le cose e le persone da diversi punti di vista. Le stesse persone che ti hanno deluso puoi vederle dopo in tutta la loro meschinità, nel loro dolore, nella loro insoddisfazione e nella loro incapacità di essere felici.
Ti accorgi solo dopo che il nulla che hanno dato a te lo danno ad altre, arrivi a rendertene conto dopo e svanisce ogni delusione o risentimento, le persone aride regalano il loro deserto a tutti.
Quando veramente ti liberi di qualcuno, lo vedi per quello che era sia fisicamente che caratterialmente, questo è il momento in cui torni ad essere leggero perché, con una risata dici a te stesso: “Ma come ho fatto a dare ascolto ad una simile persona ridotta in quella maniera?”
Si torna lucidi e si vede tutto più chiaramente.
Quello che condiziona le persone è soprattutto la paura di affrontare la loro anima, gli altri, i giudizi e tutto il resto ed è ogni paura la prima nemica della felicità. Ecco perché mi rifiuto di dare consigli sulla felicità quando capisco di avere di fronte persone con troppe paure da cui non vogliono separarsi.
A chi mi chiede come eliminare le paure rispondo che le paure non si eliminano, si conoscono.
Affrontare la paura significa affrontare la vita.
Il consumismo imperante della nostra società, in cui tutto si fa per interessi economici e per proprio tornaconto personale o per sola paura delle conseguenze di qualsiasi decisione, mi ricorda un pensiero quanto mai attuale di Napoleone.
“Ci sono solo due forze che uniscono gli uomini: la paura e l’interesse”.
Conosco fin troppi uomini e donne paurosi di restare soli che restano con qualsiasi partner pur se non li rende felici. Altri, che restano uniti ad una donna solo per non dividere i beni, la casa ed ogni proprietà.
Ecco che Napoleone aveva ragione: paura ed interesse, unici due motori che tengono in piedi coppie che non esistono più come tali e vale anche per molte altre situazioni della vita, non solo per le coppie.
Purtroppo esiste anche la paura di lasciarsi andare quando le emozioni ci terrorizzano.
E sono spesso di più gli uomini ad avere paura delle proprie emozioni soprattutto quando si sentono scoraggiati dalla vita e non vogliono provare qualcosa di nuovo, perché ne sono terrorizzati.
E mentre si cerca di tenere a bada mille paure, ci si dimentica di vivere.
Da ultimo, un pensiero che rappresenta quanto ho scritto fin qui:
Vivendo nella paura, è come se stessimo pensando e scrivendo la nostra vita aspettando di poterla vivere, mentre dovremmo viverla per poi forse un giorno arrivare a scriverla!”
Di Alessandra Hropich
Per informazioni sul libro dedicato alla felicità:
https://www.youcanprint.it/la-felicita-ve-la-do-io/b/62150c3f-b50b-5a3d-a224-ed8dd9c9c6b1

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