CUORGNÈ – Questa mattina, mercoledì 10 marzo, i commercianti si sono ritrovati in piazza Martiri della Libertà a Cuorgnè per una manifestazione di protesta.
Con questo gesto, chiedono di smetterla con le chiusure “pazze”, maggiori indennizzi alle attività, un piano di rilancio dell’economia e commerciale e il ridimensionamento della Tari.
Presenti anche l’Assessore al Commercio Carmelo Russo Testagrossa, Mauro Fava nella veste di Consigliere Regionale pur essendo anche Consigliere Comunale di Cuorgnè.
“La pandemia ha fatto emergere tantissimi problemi – ha dichiarato Russo Testagrossa – che erano presenti nella nostra società, problemi che ci trasciniamo da tantissimi anni a cui noi come popolo non siamo riusciti a risolvere. Problemi sia livello nazionale che a livello locale.
Questo continuo alternarsi di apertura e chiusura delle attività, comporta sicuramente una riduzione di reddito se non perdite per alcuni esercizi commerciali.Durante il 1° lockdown ci siamo mossi come amministrazione per primi, proponendo la riduzione del 25% della Tari anno 2020, Tosap e vetrofanie e la possibilità di pubblicità sugli spazi pubblici con esonero della tassa sulla pubblicità.
Ricordo che la riduzione tari è stata applicata a tutti i codici Ateco che sono stati obbligati a tenere chiuso, indipendentemente dal numero di giorni.
Certamente anche per questi nuovi periodi di chiusura e quindi per il 2021 il comune è chiamato a fare la sua parte. Voi siete i nostri operatori commerciali ed il comune deve adoperarsi per mettere tutti gli esercenti in condizione di andare avanti.
Siamo in attesa per alcuni sconti tipo Tari che ci vengano incontro le normative nazionali, magari con il decreto Sostegno. Io mi sto adoperando per costruire un piano di rilancio del nostro commercio.”
“Ho voluto fortemente scendere in piazza al loro fianco per attestare la mia solidarietà e quella della Regione – ha commentato il consigliere regionale della Lega Mauro Fava -. La protesta dei commercianti certifica una volta di più la misura del fallimento delle politiche del Governo Conte, fatte di annunci roboanti e di iniziative di facciata, dietro alle quali non c’era niente. Sulle spalle delle partite Iva è stato caricato il peso della crisi provocata dalla pandemia, senza che dietro alla strategia delle chiusure siano state applicate vere misure di ristoro. E a pagare lo scotto non sono stati solo i titolari delle attività, ai quali i risarcimenti promessi sono serviti solo a pagare una piccola parte delle spese fisse, ma anche i loro dipendenti, per molti dei quali la cassa integrazione promessa si è rivelata un miraggio”.
“Se vogliamo salvare tante attività dal fallimento, al di là di assicurare pronti ristori per le chiusure forzate, c’è solo una strada ed è quella della vaccinazione di massa in tempi rapidi – conclude Fava -. Per fortuna l’incapacità e l’arroganza della precedente gestione sulla campagna di immunizzazione è stata sostituita dalla professionalità e della competenza del generale degli alpini Francesco Paolo Figliuolo. Su di lui ricadono ora le nostre speranze e sono sicuro che siamo finalmente in buone mani”.
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