La foto dell’articolo rappresenta non il traditore in quanto tale ma la condizione di disagio in cui si trova colui che sente sistematicamente il bisogno di tradire in qualsiasi modo, pur con la sola forza del pensiero, avendo ormai una vita coniugale solo di facciata, un classico.
Immagine forte, quella dell’uomo legato con una pesante corda, certo, come è dura la condizione di vita di qualsiasi uomo insoddisfatto e costretto a mendicare attenzioni in giro da qualunque donna, in strada, attraverso i social ecc..
Prima di affrontare anche il tradimento virtuale è bene spendere qualche parola sul tradimento in genere. Il tradimento cosa manifesta? Una serie di mancanze, di certo. Il tradimento è occasionale oppure rappresenta la regola?
Si parla di tanti tipi di tradimento ma va detto, innanzitutto che il desiderio di avventura è un bisogno di riconquistare parti perdute di noi stessi, una voglia pazzesca di riportare la vitalità nella nostra vita.
Il tradimento è il motore che fa sentire molte persone vive e talvolta anche felici. Da notare poi che il desiderio nel tradimento è molto più forte del sesso di per sé.
Dalle frasi che gli uomini mi scrivono in una chat, ad esempio, spesso capisco che, al di là del sesso immaginato, cercano il dialogo, la comprensione, le affinità e il feeling mentale, tutte cose che non hanno minimamente mai avuto o non hanno più con la loro compagna di vita.
Mi sono sentita molto spesso in passato, mi riferisco soprattutto al periodo che va dall’inizio della pandemia Covid, una confidente, una persona a cui raccontare desideri e sogni senza censure, sogni che in alcuni casi, nascondevano problemi ben più seri, uomini che sembravano gridare il loro bisogno di sentirsi apprezzati, stimati e capiti.
Chi lo faceva usando parole dolci, chi invece si atteggiava a maschio insaziabile con espressioni risibili e rozze, in tutti i casi, ho compreso di aver letto commenti di mariti demotivati, in crisi, bisognosi di ascolto e di attenzioni, tutte cose che troppo spesso mancano nelle coppie.
Quindi, come disse Proust:
“È la nostra immaginazione la causa dell’ amore, non l’altra persona!”
Dunque il bisogno di tradire nasce da una forte dose di immaginazione, da un desiderio che va ben oltre la quotidianità che non offre emozioni.
Ma come si tradisce in questo periodo di smart working?
I tradimenti virtuali sono in aumento e ormai se ne parla in numerosi articoli. La pandemia, la chiusura forzata a casa, l’assenza di stimoli sociali e culturali hanno incrementato l’uso delle chat anche per incontri virtuali dove gli amanti si incontrano alla ricerca di un’eccitazione perduta. In aumento anche il voyeurismo incentivato da social come Facebook, TikTok, Instagram dove anche i minorenni postano storie forti. È giusto puntare il dito contro il partner desideroso di tradire? Non direi. Per prima cosa è necessario farsi un esame di coscienza, tutti.
Un uomo che tradisce o dal vivo o in chat è un uomo di certo trascurato e non considerato più come uomo dalla propria partner ma come una compagnia, per non restare sole, quasi sempre è così. Non è sempre colpa dell’ uomo che tradisce, spesso, troppo spesso gli uomini vengono trascurati ed è ovvio che chiunque cerchi poi attenzioni al di fuori delle mura domestiche, pur attraverso un social.
La pandemia però non deve portare l’individuo a trascurarsi. Girare per casa in pigiama e con una scarsa cura di sé e altrettanta scarsa igiene personale solo perché non si esce per andare al lavoro è nocivo per sè stessi e per il desiderio sessuale della coppia in genere.
Tanti uomini non ci tengono al loro aspetto fisico considerando di dover restare con la propria moglie alla quale, diciamolo pure, del loro aspetto, interessa meno di zero.
Ma il vagare per le stanze col muso lungo, sentirsi tristi e polemizzare su tutto ciò che non va non porta a niente se non a impregnare di negatività persino le pareti domestiche.
In molti casi, ogni scusa è buona per discutere con il partner perché non si ha più nessun interesse fisico ed allora lo si vede come un peso o addirittura un ostacolo alla voglia di evadere, di vivere emozioni.
Bisognerebbe trovare stimoli da condividere con l’altro da alternare a momenti di solitudine per stare con se stessi. Decisamente benefico sarebbe parlare delle proprie difficoltà e, provare a superarle insieme, sarebbe il massimo ma anche la cosa meno probabile che accada, piuttosto si accende il PC alla ricerca di emozioni, si tenta di vivere comunque e con qualsiasi stratagemma.
Non a caso, gli psicologi sono spesso interpellati su questioni come l’ autoerotismo che non di rado rappresenta la sola modalità di vivere il sesso per coloro che non riescono a viverlo più realmente e soprattutto con un partner.
Ma, come è risaputo, l’autoerotismo è un atto meccanico, un mero sfogo che non conferisce autostima né risolve i problemi, anzi talvolta li crea.
Chi pratica autoerotismo, non di rado, finisce con il vergognarsene, soprattutto se si tratta dell’unica modalità di vivere il sesso.
Un uomo felice è quello che vive ed affronta le cose realmente, solo le cose e i progetti reali ci danno quella vera carica di adrenalina, la sola immaginazione conferisce una gioia sul momento ma poi, puntuale arriva la malinconia di aver solo pensato una cosa o situazione che non si verifica poi nella realtà.
Spesso è necessario chiedersi se la coppia non sia arrivata ad un punto di non ritorno. La pandemia infatti può aver fatto emergere una crisi latente con cui è ora di fare i conti.
Ma non in tutti i casi, va detto, la crisi è così latente, piuttosto è volutamente non affrontata e si cerca di sopravvivere pur senza nessuna vera vita di coppia, con tutti i problemi psichici e comportamentali che poi ne conseguono, dunque non serve vergognarsi, tutto va affrontato, altrimenti ci sotterra.
DA RICORDARE POI UN CONCETTO CHE FATTO MIO: “OGNI DIFFICOLTÀ, SENZA UNA PERSONA CHE TI GUARDI E TI SORRIDA, È GIÀ DOLORE!”
E non sarà mai realmente felice chi nasconde la testa sotto la sabbia.
Reagire è un imperativo categorico.
Di Alessandra Hropich.
Per informazioni sul libro dedicato alla felicità:
https://www.youcanprint.it/fiction-generale/la-felicit-ve-la-do-io-9788893320665.html