Intervista al nuovo Presidente della Camera penale di Roma, Avv Vincenzo Comi, insigne Penalista di Roma.
Domanda: Vincenzo, quando sei stato eletto?
Risposta: Il 4 dicembre 2020.
Domanda: Cosa vorresti realizzare nel tuo settore di appartenenza?
Risposta: Intanto vorrei precisare che io sono stato vice Presidente per quattro anni, quindi, il mio mandato è in assoluta continuità con la precedente gestione. Un mandato forte con 287 voti per me su 500.
Domanda: Un mandato tanto forte è sinonimo di fiducia nei tuoi confronti, una bella soddisfazione.
Risposta: Beh, un riconoscimento del lavoro svolto ed una questione di fiducia nei miei confronti. Fa piacere.
Domanda: Spiegaci pure cosa significa presiedere una simile Associazione.
Risposta: Innanzitutto, significa riunirsi, sentirsi parte delle esigenze comuni, non siamo un partito che riunisce gli avvocati penalisti ma tutti facciamo parte di questa associazione, nell’ interesse comune.
Domanda: Vogliamo dire qualcosa sull’argomento andamento dei processi nel periodo Covid?
Risposta: Gli uffici giudiziari romani erano in grossa difficoltà già prima del Covid in quanto alla durata, ai ritardi e, in una situazione di emergenza, la situazione si è aggravata.
Domanda: Eppure, caro Avvocato, si sente dire spesso che la tecnologia ci aiuta. Non è così anche per voi?
Risposta: Da remoto, il processo è inimmaginabile, non è possibile. Ora siamo di fronte alla necessità seria di modificare la preparazione del processo, immagina il lavoro della cancelleria ove però gli strumenti sono insufficienti perché manca la cultura informatica.
Domanda: Ci puoi fare un esempio che renda l’ idea di ciò che accade in Tribunale a Roma?
Risposta: Io trasmetto una istanza al Pm via pec. L’ufficio competente la stampa ed un commesso la mette (fisicamente) sul tavolo del Pm.
Domanda: Intendi dire che non può andare il fatto di lavorare un po’ da remoto e un po’ dal vivo. È così?
Risposta: Intendo dire che bisogna sburocratizzare. Non puoi pensare di aggiungere al cartaceo il digitalizzato. Diminuito poi il personale, aumenta il lavoro. È assurdo quanto succede.
Domanda: Possibile che non ci si renda conto delle difficoltà oggettive e dei criteri con cui si lavora?
Risposta: A livello nazionale non ci si rende conto delle dimensioni del Tribunale di Roma le cui necessità debbono essere trattate in modo diverso rispetto ai Tribunali di città più piccole. Serve, a Roma, un aumento del personale nelle cancellerie. Servono tecnici informatici e Magistrati. Roma è competente per un distretto troppo ampio rispetto al numero di Magistrati e dipendenti.
Domanda: In buona sostanza, cosa chiedete come Associazione?
Risposta: Abbiamo bisogno di nuove risorse per la giustizia. Il Tribunale di Roma è enorme. Ci sono costi, macchine, informatici. Il recovery plan serve per gli investimenti.
Domanda: Quindi, avete tanto da chiedere per modernizzazione il sistema giudiziario.
Risposta: Come Associazione rivendichiamo quotidianamente queste problematiche.
La separazione delle carriere è argomento ormai noto e ci battiamo anche per questo.
Ma, la giustizia ha bisogno di investimenti e non si fanno le nozze con i fichi secchi, come si suol dire.
Domanda: Perché non viene percepito il problema, secondo te?
Risposta: È più difficile far capire che qui non si rivendica qualcosa per gli avvocati ma per il sistema giustizia per il cittadino. La giustizia è un servizio fondamentale per il cittadino. Dentro un processo vi è la libertà delle persone. Questo deve essere chiaro.
Domanda: Come si lavora in questo delicato periodo da pandemia Covid?
Risposta: A Roma, entrano circa duemila persone al giorno nella città giudiziaria.
Il rischio di contagio è altissimo. Troppe persone ed è difficile controllare in ogni momento tutti. Ecco perché Roma, a livello di giustizia penale soprattutto, richiede un investimento maggiore.
Domanda: E il Governo dov’ è?
Risposta: A me sembra che il Governo non si renda conto del problema. Manca la consapevolezza. Non si possono attendere le battaglie tra partiti su un settore delicatissimo come quello della giustizia. Dovrebbero essere tutti concordi sulle scelte perché ne va di mezzo la libertà del cittadino.
Domanda: Presidente, hai ampiamente illustrato quelle che sono le necessità. Ma come neo eletto ti senti, almeno in parte, soddisfatto?
Risposta: Sono motivato. C’è un confronto costante con i Rappresentanti a cui esponiamo i nostri punti chiave e ci confrontiamo periodicamente. Dopotutto celebriamo i processi in numero ridotto ed io, che seguo processi anche in altre città italiane, ho una maggiore chiarezza di quanto la situazione sia più difficile a Roma.