TORINO – “Sono Colombo Caterina in Aime madre del garibaldino Aime Francesco già pompiere presso codesto Comando, e comunica che il proprio figlio è deceduto nel triste Campo di Mauthausen il 15-5-1945. Unisco la fotografia del suo figlio scomparso affinché lo possiate ricordare come certamente ricorderete tutti i componenti del Vostro Corpo che perirono per la Causa della Libertà”.
Questo è il testo della breve e commovente lettera che la mamma di Francesco il 10 gennaio 1946, inviò al mitico Comandante dei Vigili del Fuoco di Torino Guido Moscato.
Francesco aveva 22 anni quando venne catturato dai nazi-fascisti tra i monti delle Valli di Lanzo. Oggi sarebbe stato il suo 99° compleanno.
Venne catturato con le armi in mano e presto spedito in Germania in uno dei tanti campi di sterminio con altri 563 prigionieri. Destinazione Mauthausen; numero di matricola 58658.
Giovanni Bricco decise di rimanere in servizio, combattendo l’oppressore nazista e i loro sodali fascisti in clandestinità, continuando a svolgere il proprio compito all’interno del Comando.
Di giorno soccorritore della popolazione flagellata dalle bombe, di notte impegnato nella XXIII Brigata SAP, della quale fu uno degli organizzatori, a cui fu dato il nome di uno dei primi vigili-partigiani trucidati “Pensiero Stringa”.
Entrambi vennero catturati e deportati nell’ottobre del 1944.
Il Comandante Vicario dei Vigili del Fuoco di Torino, Alessandro Segatori, dopo aver manifestato la propria vicinanza alle famiglie delle vittime, ha esternato tutto il suo personale orgoglio e quello del personale del Comando, per la posa delle due pietre d’inciampo. Un fatto molto importante per la storia dei vigili del fuoco di Torino.
L’ex CRE Michele Sforza, curatore dell’Archivio Storico e promotore dell’iniziativa, nel suo intervento, dopo aver tracciato un breve profilo di Aime e Bricco, si è soffermato sul perché le due pietre siano state posizionate davanti all’ingresso dell’ex Sede Centrale di Torino, uno storico edificio, che per cento anni esatti è stato il centro vitale del soccorso torinese, che negli anni durissimi della seconda guerra mondiale, diventò uno dei maggiori ed importanti centri organizzativi ed operativi nella Lotta di Liberazione di Torino.
“Dalla porta che si presentava alle spalle dei relatori, in momenti diversi uscirono Aime e Bricco e altre decine di pompieri-partigiani per non farvi più ritorno. Le due pietre non ostacoleranno il cammino delle donne e degli uomini del presente, ma li faranno idealmente inciampare nella memoria, nel ricordo di quella tragica e buia fase, ma anche piena di speranza, della storia dei vigili del fuoco.”
Tutti gli interventi hanno manifestato la necessità di tramandare questa memoria e i valori che essa esprime alle nuove generazioni, i futuri depositari e i prosecutori di questa memoria.
© Riproduzione riservata - vietato l'utilizzo di testi, video e foto se non espressamente autorizzato dall'Editore
Per restare sempre informato, iscriviti ai nostri canali gratuiti:
la newsletter di WhatsApp per le notizie di Cronaca (per iscriverti invia un WhatsApp con scritto NEWS ON al 342.8644960);
il nostro canale Telegram (ObiettivoNews);
il nostro canale WhatsApp https://whatsapp.com/channel/0029Va9vIQO30LKS6x1jWN14 con le notizie selezionate dalla nostra redazione.