Rock Politick / Canavese – In questi giorni l’opinione pubblica e il dibattito pubblico si è spaccato e diviso dinanzi alla lista di alcune localitá italiane proposte dal governo, che dovranno ospitare il nuovo Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.
A far parte di questa lista vi sono anche alcune localitá canavesane (Caluso, Mazzé e Rondissone), ritenute idonee dal Ministero dell’ambiente per lo smaltimento dei rifiuti nucleari.
Ed è qui che il dibattito si è infiammato nel cuore delle nostre terre: l’area canavesana prescelta è la casa di alcuni prodotti che rendono la nostra regione tra le più ricche dal punto di vista enogastronomico e culinario, come ad esempio l’Erbaluce di Caluso.
Sono stati molti i comuni ad opporsi con grande voracitá alla proposta, mentre altri, non inseriti nella lista, ma che dovrebbero entrare nei parametri -non ancora limpidi- si sono auto-candidati per ospitare il Deposito.
Il Sogin, l’ente nazionale incaricato nello smaltimento dei rifiuti radioattivi di origine industriale, di ricerca e di medicina nucleare, cerca di fare pressione tramite il meccanismo della deliberazione, portando cioè comparazioni ante-litteram, come quella presentata in questi giorni che prendeva ad esempio una delle regioni francesi più importanti dal punto di vista economico, la Champagne-Ardenne, sede non solo del vino più prestigioso al mondo, ma anche di un grande deposito nucleare.
Ci sono però molti punti di discordanza in queste comparazioni, come il fatto che l’Italia a differenza della Francia produca molti meno rifiuti radioattivi e che la densitá abitativa nella regione dello Champagne sia molto più bassa rispetto a quella canavesana.
È difficile riuscire a giungere a delle conclusioni su un tema cosi delicato, complesso da analizzare e ricco di pregiudizi come quello dibattuto in questo articolo. Sicuramente, come sempre accade in politica, si dovrá arrivare a dei compromessi in quanto non si può ignorare l’enorme indotto economico che l’implementazione di questa politica pubblica si porta dietro. Senza contare i posti di lavoro che si porterebbero in Piemonte e in Canavese.
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