GOVERNO – La Camera ha dato la fiducia a Giuseppe Conte: 607 presenti: 580 votanti; 27 astenuti; 291 della maggioranza; hanno votato Sì in 321 (il quorum era 316) e No in 259.
La seduta si era aperta a mezzogiorno con le comunicazioni di Conte, durante le quali ha fatto un excursus su ciò che il Governo ha attuato, sulle difficoltà della pandemia affrontate, e sui progetti futuri (assegno unico mensile per ciascun figlio fino a 21 anni, progetto che partirà da luglio insieme ad altri), occupazione giovanile e femminile, riforma per gli ammortizzatori sociali, riforma fiscale, digitalizzazione, attenzione alle disabilità, tutela e rafforzamento dei care giver…
Applaudito sempre tranne quando ha parlato di riforma elettorale proporzionale e di correttivi per la razionalizzazione di Governo in seguito al referendum che ha tagliato i parlamentari.
Altro boato quando ha dichiarato intenzioni, dopo aver accennato ai rapporti con gli Stati Uniti (frase apprezzata), sui rapporti con la Cina, elogiandola.
Quindi ha chiesto unità e aiuto per poter andare avanti per il “bene del Paese”.
Subito dopo si sono succeduti i vari interventi, con la riconferma di astensione di Italia Viva.
Dopo la pausa, Conte ha ripreso la parola per la replica: “Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere. Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento”.
Quindi la votazione. Colpo di scena Renata Polverini ha votato la fiducia a Giuseppe Conte ed è uscita da Forza Italia. Domani toccherà al Senato.
