RIVAROLO CANAVESE – E’ sicuramente curioso notare come le sale in cui la scienza della medicina ha trovato i suoi albori nel lontano XVI secolo si chiamavano “teatri” anatomici.
In effetti erano strutturate come teatri smontabili, costituiti da tribune di legno che vengono montate solo per il periodo delle lezioni anatomiche. Si deve pensare ad un teatro shakespeariano il cui palco alla base del cono ospitava le lezioni accademiche di anatomia mentre gli studenti erano sistemati, in qualità di spettatori, nelle strutture lignee a diversi livelli concentrici che ne consentivano una buona visibilità. Una sorta di allestimento in forma di “spettacolo” al quale non potevano mancare le figure dei “musicanti” con il compito di allietare le attese fra le diverse lezioni.
Ne è un esempio ancora visitabile il teatro anatomico dell’Università di Padova dove si dice abbia suonato anche Vincenzo Galilei padre musicista del ben più noto astronomo Galileo.
Non è quindi un’invenzione contemporanea quella di portare la musica in corsia come linguaggio universale per interagire con maggior vigore.
Oggi, nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, è ben difficile portare avanti progetti di integrazione e condivisione ma il coraggio e la passione di alcune menti illuminate ha permesso di usare la tecnologia come ponte fra le realtà esterne e le corsie degli ospedali.
Ne è un esempio mirabile l’Ospedale Sant’Anna di Torino dove la Fondazione “Medicina a Misura di Donna” nella persona dell’instancabile Raimondo Cesa, che con gratuita e totale devozione si dedica senza sosta, oramai da quattro anni, alla direzione artistica della rassegna “Vitamine Jazz” ha portato online l’8 gennaio 2021 il suo 228° appuntamento in soli quattro anni.
Per l’evento sono stati invitati due esponenti di rilievo fra i docenti dell’associazione Liceo Musicale di Rivarolo Canavese: Federica Bertot e Emanuele Sartoris che al momento stanno lavorando ad un progetto di fusione fra la musica classica (in rappresentanza del passato) ed il mondo jazz (come ponte sul futuro). I due pianisti hanno presentato per l’occasione un lavoro sul primo tempo della sonata di Beethoven conosciuta come “Al Chiaro di Luna”: un lavoro che si è svolto presso le sale della nuova sede durante il periodo di interruzione per le vacanze natalizie.
A partire dalle prossime settimane, dunque, saranno gli stessi allievi dell’associazione a registrare video a tema che saranno poi offerti in visione ad alcune RSA e ad alcuni reparti ospedalieri Canavesani.
Raimondo Cesa ha scritto dell’evento “L’arte cura!……Aspettando il ritorno in Ospedale”: mai augurio fu più appropriato.
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