NOASCA – Resteranno in mostra fino al 30 aprile (al momento visibili dall’esterno del palazzo, attraverso le vetrate) le opere di Gianfranco Schialvino.
La mostra si intitola “Disegni e Xilografie di Montagna” organizzata dall’Associazione “Amis dla Rua” in collaborazione con il Comune di Noasca e l’Associazione “ ‘L Peilacan”.
Gianfranco Schialvino è un pittore, incisore e scrittore che da molti anni si dedica prevalentemente alla xilografia. Vive tra lo studio di Torino e il laboratorio in un paese nei pressi di Magenta rimasto stranamente inurbato e silenzioso, nonostante disti poche decine di chilometri da Milano. La xilografia è il più antico procedimento per la stampa, è l’arte di intagliare il legno per realizzare forme in rilievo da inchiostrare e poi imprimere per riprodurre un disegno. La parola deriva dal greco xylon legno e grapho scrivo. Non è solo un mezzo per trasportare una creazione grafica su una tavoletta lignea: la creatività e la sensibilità dell’artista non si esprimono solo nel disegno ma anche nell’incisione, per cui si tratta di un unico processo creativo.
Schialvino preferisce lavorare con il legno più duro, tagliato di testa, che gli consente di tradurre fedelmente i disegni, sempre realizzati con estrema cura e precisione. Adopera i bulini, ideali per incidere con precisione la superficie liscia e uniforme e tratteggiare linee sottili, ideali per ottenere effetti tonali e di chiaroscuro; le parti in ombra vengono realizzate intagliando linee parallele: molto ravvicinate quando si vogliono ottenere ombre più scure, rade in caso contrario. Ma lavora anche il legno tagliato “di filo”, le normali assicelle. che scolpisce con scorbie e ciappole e rifinisce con affilatissimi attrezzi che si costruisce personalmente. Quando il lavoro sul legno è terminato, si passa l’inchiostro sulla tavoletta scolpita, con un tampone o un rullo, e si stampa mediante un torchio.
Ama raffigurare il paesaggio in cui è cresciuto, le Alpi occidentali, le Levanne, il Gran Paradiso, la Rosa dei Banchi, i Piani del Nivolet. Si definisce più artigiano che artista: «Io punto prevalentemente sul disegno iniziale, che tramuto poi quasi integralmente in incisione e stampa».
Le opere di Schialvino secondo lo scrittore Nico Orengo, con cui ha editato diversi libri d’arte, sono vere e proprie scatole cinesi: «Vaga nel fantastico, lavora per particolari, nasconde invita all’immersione, lasciando alla fantasia di chi guarda la possibilità della scoperta».