TORINO – Questo pomeriggio la prima squadra del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese ha preso servizio nel nuovo ospedale da campo per pazienti affetti da Covid-19, allestito a Torino Esposizioni. Nelle scorse settimane, la Regione Piemonte aveva chiesto al Soccorso alpino, in virtù delle proprie competenze tecnico-sanitarie, la disponibilità di volontari da utilizzare per mansioni di carattere logistico e a supporto dei ricoverati all’interno della nuova struttura.
Al momento, numerosi di operatori di tutta la regione hanno dato la propria disponibilità per coprire i primi 8 turni. Ogni squadra verrà impiegata per 7 giorni: 1 giorni di formazione, 5 giorni di servizio e 1 giorno di passaggio di consegne. Gli operatori, per tutta la durata del servizio, saranno isolati dalle proprie famiglie e verranno impiegati sulle 24 ore nell’ospedale.
Forniranno supporto logistico all’organizzazione dell’ospedale e sostegno alle necessità dei pazienti.
“Innanzitutto ringrazio i tecnici che hanno dato la disponibilità per questa operazione un po’ insolita – ha dichiarato Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese -. Si tratta di uno scenario di intervento inedito per la nostra organizzazione, ma come in occasione delle grandi emergenze di Protezione Civile del nostro Paese, da Amatrice a Rigopiano, il Soccorso Alpino è pronto a dare il proprio contributo”.
I primi ricoveri saranno effettuati nella mattinata di domenica 22 novembre.
Lo spazio, messo a disposizione dal Comune di Torino su richiesta dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte e con la collaborazione della Prefettura di Torino, ospita 55 tensostrutture fornite dalla Croce Rossa (6), dalla Provincia autonoma di Trento (11) e dalla Regione attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118. Quest’ultima ha posizionato il Field Hospital Emt 2 (Emergency medical team), struttura unica in Italia e tra le sole quattro presenti in Europa
L’allestimento dell’ospedale è costato 1,5 milioni di euro, concessi dal Fondo di beneficenza di Intesa San Paolo.
I lavori, conclusi in 11 giorni grazie all’impegno di oltre 500 volontari, sono stati coordinati dal commissario generale dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Vincenzo Coccolo, con il supporto del commissario per l’area giuridico-amministrativa Antonio Rinaudo e del responsabile della Maxiemergenza 118 Mario Raviolo.
La presentazione è avvenuta il 21 novembre, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Regione Fabio Carosso e degli assessori Matteo Marnati e Luigi Genesio Icardi.
Come funziona l’ospedale
I posti letto disponibili sono 455, gestiti in forma integrata dalla Aou Città della Salute e dall’Asl Città di Torino, di cui 447 di degenza, sei di subintensiva e due di intensiva. Sono 350 quelli dotati di presa fissa per la distribuzione dell’ossigeno, mentre per i restanti saranno utilizzate le bombole portatili. Ogni tenda è dotata di rilevatori di fumo, sensori per la concentrazione di ossigeno e campanello di allarme visivo e sonoro.
Nella prima fase ne sono attivi 100 e prestano servizio 15-20 medici, 24 infermieri, 48 operatori socio-sanitari, un tecnico di laboratorio e due amministrativi; una seconda fase prevede un’attivazione graduale dei posti letto con un impiego massimo di 40 medici, 90 infermieri, 200 Oss oltre a tecnici e amministrativi. Disponibile anche un laboratorio mobile con postazione radiologica ed ecografica per la visita dei pazienti. Installate macchine che provvedono al ricambio dell’aria due volte al giorno.
Si tratta di personale neoassunto, in quanto, come specifica l’assessore Icardi, “abbiamo fatto un accordo con le Università per permettere di anticipare di 40 giorni la fine del quarto anno, grazie al Decreto Calabria, in modo che venissero contrattualizzati”. In servizio anche gli specializzandi, affiancati dai tutor.
La Centrale 118 e il sistema di emergenza territoriale si occupano dei trasporti sanitari e di quelli in emergenza.
Il Padiglione è dotato di certificato di idoneità statica fin dal 2013 ed è stato testato con prove di carico nel 2018 in occasione di uno studio commissionato dal Politecnico di Torino confermando la sicurezza dal punto di vista strutturale. Lo stesso studio rileva che il livello di sicurezza sismica è in linea con quello di molti edifici dello stesso periodo normalmente in uso. Nessun rischio in caso di alluvione, dal momento che il pavimento si trova 4 metri più in alto rispetto ai livelli di piena eccezionali del fiume Po e tutte le operazioni di drenaggi dell’acqua e pulizia di canaline sono state eseguite.
“L’area resterà operativa fino a quando non saremo usciti del tutto dalla pandemia – afferma il presidente della Regione Alberto Cirio, che anticipa che – a fine emergenza potrebbe diventare un centro per la vaccinazione contro il Covid”.
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