mercoledì 16 Ottobre 2024

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PIEMONTE – Nursind invia una proposta alla Regione per l’utilizzo delle tende dell’esercito

“Un “polmone” per abbattere il boarding eccedente nei DEA e garantire un distanziamento che non si è più in grado di mantenere nei pronto soccorso”

PIEMONTE – Un “polmone” per abbattere il boarding eccedente nei DEA e garantire un distanziamento che non si è più in grado di mantenere nei pronto soccorso. Nursind ha inviato una proposta per l’utilizzo delle tende militari, alla Regione Piemonte.

“Come è ormai noto a tutti purtroppo, – dichiara Francesco Coppolella – nonostante gli adeguamenti fatti fin ora, moltissimi Ospedali in Piemonte sono strutturalmente incapaci di permettere la corretta separazione di percorsi distinti necessari a fronteggiare un evento pandemico di questa portata.

PIEMONTE – Nursind invia una proposta alla Regione per l'utilizzo delle tende dell'esercito

Riteniamo che le tende dell’Esercito Italiano che, essendo strutture esterne agli ospedali, potrebbero essere la salvezza di alcuni ospedali che non riescono a garantire il distanziamento dei sospetti in attesa di diagnosi e ci permetterebbero di creare quei percorsi che oggi mancano e di cui si parla da tempo.”

“A tal proposito abbiamo inviato alla regione un progetto che prevede l’utilizzo delle due tende militari per l’accettazione di tutti i pazienti sospetti Covid da Pre-Triage, (allettati, in carrozzina e/o autosufficienti), con lo scopo di ricreare una zona “grigia” dove, in sicurezza, inquadrare da un punto di vista diagnostico i pazienti e, dopo alcuni test di basso costo e breve durata, dare gli strumenti clinici per indirizzare il paziente sospetto verso il percorso Covid o Covid Free presente nelle maggior parte strutture sanitaria.

Tutto ciò sarebbe possibile farlo attraverso l’utilizzo di minime risorse, già in possesso a molti presidi. evitando che lo stesso paziente sospetto stazioni per ore (o addirittura giorni) nei DEA, dove è diventato impossibile mantenere il distanziamento e la garanzia di percorsi separati.”

Ecco la proposta inviata:

“Come ormai noto a tutti purtroppo, nonostante gli adeguamenti fatti fin ora, moltissimi Ospedali in Piemonte sono strutturalmente incapaci di permettere la corretta separazione di percorsi distinti, necessari a fronteggiare un evento pandemico di questa portata.

Tutto ciò, soprattutto perché è cronaca conosciuta purtroppo, che per i motivi strutturali di cui sopra anche prima dell’emergenza Covid molti Presidi Sanitari non garantivano una corretta differenziazione dei percorsi per il “pulito” e lo “sporco”.

A maggior ragione oggi che c’è la necessità, dimostrata dalla letteratura di avere tre percorsi distinti (“pulito”, “sporco” e “grigio”), si sta mettendo ulteriormente sotto stress le strutture, con la conseguenza che sono stati “sporcati” irrimediabilmente anche gli ospedali puliti e/o reparti ritenuti Covid Free.

Riteniamo che ora ci sia per tutti un’occasione strutturale unica da non sottovalutare data dalla disponibilità delle tende dell’Esercito Italiano che, essendo strutture esterne agli ospedali, potrebbero essere la salvezza di alcuni ospedali che non riescono a garantire il distanziamento dei sospetti in attesa di diagnosi e ci permetterebbero di creare quei percorsi che oggi mancano e di cui abbiamo parlato in premessa a questa nostra.

Per tanto, nelle spirito di collaborazione e tutela del personale che si sta ammalando senza sosta anche nei reparti “puliti”, per gli errori gestionali passati, ci permettiamo e onoriamo di mettere a disposizione l’expertise degli infermieri che da mesi stanno gestendo questo emergenza e che più di chiunque altro hanno il polso di ciò che, è indubbio, non stia funzionando.

A tal proposito ci permettiamo di allegare un progetto che prevedrebbe l’utilizzo delle due tende militari per l’accettazione di tutti i pazienti sospetti Covid da Pre-Triage, (allettati, in carrozzina e/o autosufficienti), con lo scopo di ricreare una zona “grigia” dove, in sicurezza, inquadrare da un punto di vista diagnostico i pazienti e, dopo alcuni test di basso costo e breve durata, dare gli strumenti clinici per indirizzare il paziente sospetto verso il percorso Covid o Covid Free presente nelle maggior parte strutture sanitaria.

Tutto ciò prima dell’ingresso in ospedale e potendo garantire un distanziamento minimo di 1,5 mt che non è più possibile avere all’interno dei DEA.

Tutto ciò sarebbe possibile farlo attraverso l’utilizzo di minime risorse, già in possesso a molti presidi come: radiografo portatile (con collegamento WI-FI), ecografo, macchinari per i tamponi antigenici rapidi e POCT per emogas-analisi, cui sarebbe possibile in un tempo stimato – dalla durata delle singole procedure – di circa 45-60 minuti, così avere un inquadramento clinico, suffragato dai test clinici che oggi comunque la letteratura ritiene necessari per confezionare la diagnosi di infezione da Covid, con ragionevole probabilità di certezza, dei pazienti ritenuti sospetti.

Quanto sopra, eviterebbe che lo stesso paziente sospetto stazioni per ore (o addirittura giorni) nei DEA, dove ormai come già scritto sopra, è diventato impossibile mantenere il distanziamento e la garanzia di percorsi separati.

Il nostro progetto prevede, per lo più a isorisorse, anche la possibilità di garantire le prime cure ai pazienti anche più critici, che in attesa della diagnosi, potrebbero tranquillamente ricevere ossigeno terapia, addirittura ad alti flussi se non persino la ventilazione non invasiva.

Come vedrete, una delle due tende prevede una zona dedicata ai pazienti più instabili e la possibilità per gli operatori sanitari di garantire loro una stabilizzazione sommaria per poi definire il trasferimento nell’intensità di cura più adeguata.

Non competerebbe a noi indicarvi le strategia attuative in ambito di risorse umane, ma ci permettiamo in ultimo di segnalarvi che tale “polmone” permetterebbe di abbattere il boarding eccedente nei DEA e la possibilità di utilizzare le risorse (sanitarie e di supporto) che ad oggi sono già state potenziate per far fronte a questo crescente problema.

In attesa di vostro gentile e solerte cenno di riscontro nel merito, considerando la sempre più stringente necessità di intraprendere azioni decisive per non buttare all’aria questa ultima possibilità di mitigazione dei danni, rimaniamo a completa disposizione.”

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