“Il numero dei casi di Covid-19 e di ricoveri” in Italia “continua ad aumentare” e l’invito è a “mantenere misure di precauzione ed evitare assembramenti”. “Occorre mantenere una linea di massima prudenza”. E’ il monito con cui si apre il report settimanale di monitoraggio della situazione coronavirus Sars-CoV-2 in Italia, prodotto da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss) e relativo al periodo 14-20 settembre (con aggiornamenti al 22 settembre).
“Il grande impegno di tutta la popolazione nella fase di riapertura ed il mantenimento di misure rigorose permette oggi di avere un impatto più contenuto sulla salute della popolazione e sul sistema sanitario rispetto ad altri Paesi europei. Questo non deve portare a sottovalutare il rischio che sarebbe generato dall’autorizzazione di eventi ed iniziative di aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei”, avvertono gli esperti.
Dall’analisi dei dati “il virus oggi circola in tutto il Paese. Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per l’ottava settimana consecutiva, con un’incidenza cumulativa (dati flusso Iss) negli ultimi 14 giorni di 31,4 per 100mila abitanti (periodo dal 7 al 20 settembre), era a 29,4 per 100mila abitanti nel periodo 31 agosto-13 settembre”. Mentre nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento della età mediana dei casi notificati, “questa settimana l’età mediana è stabile a 41 anni”.
FOCOLAI – Il report segnala un “progressivo peggioramento dell’epidemia di Sars-CoV-2” in Italia, che va avanti appunto “da 8 settimane”. Sono complessivamente 2.868 i focolai attivi in Italia, di cui 832 nuovi. Entrambi (attivi e nuovi) sono in aumento per l’ottava settimana consecutiva. Nella precedente settimana di monitoraggio, infatti, erano stati segnalati 2397 focolai attivi di cui 698 nuovi. Nel report si precisa che la “definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati”.
“Sono stati riportati – riferisce il report – focolai nella quasi totalità delle province: 102 su 107. Nonostante l’alto numero di focolai attivi, il 28,7% dei nuovi casi non è associato a catene di trasmissione note. La maggior parte dei focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare/familiare (76,1% di tutti i focolai attivi), con un lieve aumento dei focolai associati ad attività ricreative (6,3%) e all’ambito lavorativo (5,6%)”.
RT NAZIONALE SOTTO 1 – Sono 10 le Regioni che hanno riportato un aumento nel numero di casi di coronavirus Sars-CoV-2 diagnosticati rispetto alla settimana precedente. Aumento “che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati da stato estero o da altra regione, oppure ad un aumento nella attività di screening”. A livello nazionale nel periodo 3-16 settembre, l’indice di contagiosità Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva, segnala il report.
La maggior parte dei casi segnalati (84,2%) nelle varie regioni, spiegano gli esperti, “continua ad essere contratta sul territorio nazionale, con una lieve diminuzione dei casi importati da stato estero (8% dei nuovi casi diagnosticati questa settimana, contro il 10,8% della settimana precedente) e anche dei casi importati da altra regione (3,3% nella settimana corrente contro il 5,5% la settimana precedente). Il 27,6% dei nuovi casi diagnosticati in tutto il Paese è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 35,8% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (31,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5,2%).
Per quanto riguarda l’Rt, nel report gli esperti puntualizzano che “bisogna tuttavia interpretare con cautela l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale”. Pertanto, si evidenzia, “l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza”.
PIÙ PAZIENTI IN TERAPIE INTENSIVE – Il “lento e progressivo peggioramento dell’epidemia di Sars-CoV-2” in corso “da 8 settimane” in Italia “si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. Questo andamento, sebbene rifletta un trend comune a molti Paesi europei, in Italia è per ora più contenuto”.
Sul fronte ospedali, “a livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4% al 5%, mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 10% in alcune Regioni. Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno”.
OBBLIGO QUARANTENA E MISURE – “Si ribadisce la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari e le altre misure raccomandate dalle autorità sanitarie sia per le persone che rientrano da paesi per i quali è prevista la quarantena, e sia a seguito di richiesta dell’autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso” è il monito contenuto nel report.
“Sebbene i servizi territoriali siano riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus, viene ripetutamente segnalato un carico di lavoro eccezionale che rischia di compromettere la tempestiva gestione dei contatti oltre che non assicurare le attività non collegate a questa emergenza”, si legge.
SCUOLE – Il report fa il punto anche sulla situazione dopo la riapertura delle scuole: “Non è possibile valutare, al momento, l’impatto che l’apertura delle scuole in Italia avrà sull’andamento dell’epidemia. Si ritiene che questo aspetto sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane”. Il ritorno fra i banchi “rimane pertanto uno degli elementi da monitorare attentamente”. Per ora “non è stata accertata, nella settimana in esame, una trasmissione del virus nell’ambito scolastico, sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole”.
“L’elevata attenzione, a cui hanno contribuito le misure messe in campo (come lo screening, la rilevazione della temperatura giornaliera, le procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico) ha contribuito alla rapida identificazione e diagnosi dei casi. Sono in corso numerose indagini epidemiologiche e sono state attivate procedure di quarantena laddove previsto”, spiegano gli autori del report.
REZZA – “Aumenta il numero dei casi di Covid 19 nel nostro Paese per l’ottava settimana consecutiva, anche se l’Rt si mantiene intorno a 1” sintetizza Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, nel video a commento del report.
“La situazione dei Paesi vicini all’Italia è abbastanza preoccupante” sottolinea Rezza, che ribadisce la necessità di “continuare a mantenere comportamenti prudenti, soprattutto evitare assembramenti che possano mettere a rischio la salute degli individui e delle comunità. E mantenere i normali comportamenti di distanziamento fisico. Naturalmente è sempre opportuno usare la mascherina in luogo pubblico e il lavaggio frequente e accurato delle mani”.
(AdnKronos)
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