È di certo difficile riassumere qui in breve l’intensa e poliedrica attività di studioso del Prof. Sabino Cassese che ho la fortuna e l’onore di intervistare per i lettori di ObiettivoNews.
Partiamo dal fatto che insegna all’Università dal 1961 (ha iniziato a soli 26 anni); già Preside universitario a soli 35 anni; uno dei massimi esperti di diritto comparato (ama svolgere un’attività continua in Italia e all’estero, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania Spagna, Norvegia, Belgio, Polonia, Argentina, Cina).
Nel 2004 ha fondato l’Istituto di Ricerche sulla pubblica amministrazione (IRPA), con sede in Roma.
È stato Ministro, Presidente di Commissione (di indagine del patrimonio immobiliare, della Commissione per la riforma delle partecipazioni statali, della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, della Commissione speciale per l’esame dei progetti di legge recanti misure per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di corruzione).
Conosce quindi l’attività parlamentare in ogni sua sfaccettatura.
È stato per nove anni Giudice Costituzionale. È stato componente di numerosi organi amministrativi di organismi pubblici e privati dell’Ufficio italiano dei Cambi; dell’Olivetti, di Autostrade S.p.A e di Lottomatica S.p.A.), Presidente del Banco di Sicilia, membro del Consiglio superiore dell’European University Institute e presidente della Scuola dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Nei suoi articoli, che pubblica regolarmente sul Corriere della Sera e Il Foglio, si trovano i temi a lui più cari.
Ha scritto molti libri di grande successo, ma è giusto chiedere al diretto interessato qualche ulteriore delucidazione.
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Domanda: Professor Cassese, in una intervista, lei dice che, per fare politica, bisogna fare alcune cose, tra cui costruire alleanze e raccogliere consensi, prosegue dicendo che servono idee, progetti e menti, ma sostiene di non vederne in giro. Dunque, lei vede l’attuale andamento politico molto negativo?
Risposta: La politica oggi è dominata da schieramenti e dichiarazioni. Quasi nessuno illustra idee, progetti, un futuro. Le norme contengono elargizioni, non prevedono investimenti pubblici, né promuovono investimenti privati. Quando le elargizioni saranno finite, ci si accorgerà che non si sono creati posti di lavoro, né si è realizzato quello che popolari e populisti dovrebbero sostenere, il “people’s empowerment”, cioè una maggiore istruzione sociale, che è la condizione per il benessere delle persone e la loro partecipazione alla comunità.
Domanda: Lei dice, riferendosi a Conte, che è facile vietare ma serve fare. Cosa propone lei, esattamente, di fare?
Risposta: Nell’ultima intervista del Presidente del Consiglio i lemmi “storia” e “storico” ricorrevano quattro volte, con abbondanza di altri due lemmi, “svolta” e “rivoluzione”. Auspicherei meno annunci di svolte storiche, più attenzione a progetti; meno belle parole, più fatti.
Domanda: Professore, ho la netta sensazione che lei abbia un grande senso dell’ umorismo perché ha un modo di sollevare determinate critiche, anche al Governo, sempre usando una sottile, ma non troppo, ironia. Le riconoscono questa capacità spesso e quanto conta l’ironia per dire le cose che non vanno, sdrammatizzando?
Risposta: Quando tutti urlano, si ascolta più volentieri chi bisbiglia.
Domanda: Come considera lo smart working nella Pubblica Amministrazione?
Risposta: La prova che ha comportato una pausa (una vacanza?) sta nel fatto che le norme hanno per tre volte spostato in avanti i termini per provvedere, previsti dalla legge sul procedimento amministrativo.
Domanda: Qualcuno dice che lei non si stanca mai. Poco prima del periodo estivo, ci siamo sentiti al telefono e lei, al mio augurio di buone vacanze, ha risposto: “No, mi auguri buon lavoro! “. Professore ma davvero è tanto innamorato della sua splendida professione da non interrompere nemmeno d’estate?
Risposta: Qualcuno ha scritto una volta che chi ama leggere non sa quanto sia più bello scrivere. Se si ama leggere e scrivere insieme, perché ci si dovrebbe fermare? La vacanza è il vuoto, e l’”horror vacui” va tenuto in conto.
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Domanda: Ci parli dell’ Istituto Irpa da lei fondato.
Risposta: È semplicemente una associazione che ho promosso sedici anni fa, tra studiosi, che si riunisce periodicamente per discutere temi di comune interesse e che svolge anche ricerche collettive. Gli inglesi la chiamerebbero una “scientific society”.
Domanda: Conosce tantissimi ruoli anche in ambito politico, quale ruolo l’ha più affascinata?
Risposta: Nessuno in particolare, tanto è vero che, a differenza di tanti miei amici, dopo le pause imposte da impegni “politici”, sono sempre tornato a scrivere e insegnare.
Domanda: Ci dice qualcosa a proposito dell’App Immuni?
Risposta: L’ho scaricata. Mi sembra una buona idea. Rispetta la “privacy” e penso che a questa si potrebbe anche rinunciare parzialmente, se ciò è nell’interesse individuale e collettivo.
Domanda: Sempre riferendosi al Governo Conte, perché lei considera il primo Decreto fuori legge?
Risposta: Ho detto subito che lo era, e il Governo stesso mi ha confermato, abrogandolo. Motivi: non identificava i poteri amministrativi, e quindi non rispettava la riserva di legge. Non aveva un termine. Insomma, somigliava tanto alla legge di Orbán.
Domanda: Sappiamo che lei ha scritto tanti libri di successo dedicati alla politica, io li conosco ma vorrei che fosse lei a parlarcene, dicendo, se possibile, qual è il libro a cui si sente più legato.
Professore, mi permetta di chiudere con una battuta simpatica visto il suo entusiasmo per ogni cosa che fa: “Cosa vuole fare il Professor Cassese da grande? “
Risposta: I libri sono come i figli. Vanno per la loro strada. Non ho preferenze. C’è qualche libro che scriverei in modo diverso. Ma questo capita a tutti. Quanto alle mie preferenze per il futuro: continuare a fare quello che ho sempre fatto.
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