CASTELLAMONTE – Il record di SkyBike che è riuscito a segnare Davide Talarico tra il 25 e il 26 luglio scorsi, rappresenta la realizzazione di un progetto avventuroso e lungamente preparato.
In sella alla sua bici è infatti partito da Genova Voltri percorrendo un lungo tratto di 222 km fino ad arrivare a Gressoney Staffal, da dove ha iniziato l’ascesa verso il Monte Rosa, con 18 km totali di salita fino alla Capanna Margherita. Con un tempo totale di 13h44’ registrato in modalità FKT (fastest known time), con le registrazioni strumentali gps e di frequenza cardiaca (come da indicazioni della Federezione di Skyrunning che ha ufficializzato il primato), Davide Talarico è riuscito anche in un’altra impresa: ha migliorato di ben 45’ il tempo segnato da Nico Valsesia nel 2018 sullo stesso percorso via Gressoney.
Grande appassionato di bicicletta e di montagna, con un passato da ciclista in under 23 e più recentemente come ultratrail runner e skyrunner, pur non essendo un professionista, Talarico si è avvicinato a questo progetto dopo un lungo periodo di stop causato da una tendinite cronica del tendine rotuleo che lo ha impossibilitato a partecipare a gare di trailrunning per circa un anno. Con grande tenacia, si è sottoposto a percorsi riabilitativi, ritrovando in meno di un anno la preparazione atletica necessaria attraverso viaggi in bici e praticando lo sci nordico in inverno, durante il suo tempo libero.
Nel compiere quest’impresa, Davide Talarico è stato aiutato semplicemente da un team di amici e di familiari: un gruppo di tre amici in macchina lo ha supportato durante la prima parte in bicicletta, dalla partenza da Genova alle 19.07 fino all’arrivo a Gressoney Staffal alle 3.10, dove si è fermato circa 16 minuti per mangiare e cambiarsi sul camper dei suoi genitori. Da qui è ripartito per fare la prima tratta dell’ascesa al Monte Rosa fino al rifugio Mantova, a circa 3400m.
Per la tratta finale fino alla Capanna Margherita (a 4554 m), Talarico è stato accompagnato dall’amico e guida alpina Davide Enrione. Difficili, e per alcuni minuti anche critiche, le condizioni metereologiche del tratto finale: a causa della bufera di neve ventata e dell’effetto di whiteout, Talarico e la sua guida seguono per quasi 10 minuti la traccia verso la Zumstein.
In passato Davide Talarico ha spesso portato avanti imprese più o meno ambiziose, mosso sempre e solo dalla passione che gli dava il riuscire a passare da un’idea ad un progetto ben pianificato per poi arrivare alla sua realizzazione sportiva, tutto ciò senza mai quasi conservarne traccia, se non con qualche foto. Considerando in questo caso il risultato ottenuto, ma anche tutti i sacrifici personali e le problematiche organizzative affrontate, si è cercato di incrementare il riscontro mediatico con la realizzazione di una pagina Facebook e coinvolgendo la stampa locale, se interessata.
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