PIEMONTE – Con l’inizio della settimana, sono ripartite molte attività commerciali e produttive, in attesa che il 23 maggio possano riaprire anche bar e ristoranti, il cui servizio attualmente è limitato al solo asporto.
I tre mesi di lockdown hanno però già provocato la chiusura di molti esercizi e altri rischiano di aggiungersi nelle prossime settimane.
«La Regione si è attivata con le risorse a disposizione per cercare di far arrivare in maniera rapida un contributo alle attività e molti Comuni in tutto il Piemonte hanno attivato misure appropriate di sostegno agli esercizi commerciali, che rappresentano la linfa vitale dei centri cittadini – commenta il consigliere regionale della Lega Mauro Fava – Purtroppo, bisogna notare come certe Amministrazioni hanno preferito invece assumere un atteggiamento vessatorio, non comprendendo la gravità della situazione. Il Governo, dal canto suo, non è stato in grado di offrire un aiuto alle imprese e agli annunci in diretta Facebook non sono seguiti fatti concreti. Con il risultato che tante, troppe attività sono strozzate da costi di gestione che sono diminuiti solo in parte durante la forzata chiusura, mentre gli introiti sono stati azzerati. E non è andata meglio alle migliaia di dipendenti a cui è stata promessa una cassa integrazione in deroga, che però non è mai arrivata, o solo a pochi fortunati».
La riapertura dei negozi e di tutte le aziende che finora erano rimaste chiuse non consentirà però di recuperare gli incassi andati persi nel trimestre passato. E il volume di affari non potrà certo essere quello pre-Coronavirus, considerate anche le limitazioni connesse alle prescrizioni normative.
«Le pastoie burocratiche e le norme cervellotiche dei Dpcm di fatto hanno impedito alla gran parte delle persone interessate ad accedere ai prestiti garantiti dallo Stato – aggiunge ancora Fava – E senza liquidità, né credito, c’è chi alla disperazione può finire con l’affidarsi all’usura: un rischio che va scongiurato in ogni modo. Serve rapidità negli aiuti economici, per questo la Regione ha attivato la procedura di sostegno con contributi a fondo perduto gestiti direttamente da Finpiemonte. Ho però ricevuto tante segnalazioni di imprenditori che non rientrano nelle categorie che hanno diritto a questo sostegno, ma voglio rassicurarli: non lasceremo indietro nessuno. Monitoreremo con attenzione l’evolvere della situazione nei prossimi mesi per adottare eventualmente nuove misure economiche e sostenere i settori che saranno più in sofferenza. Anche i Comuni devono fare la loro parte per aiutare commercianti ed imprenditori, evitando quegli eccessi di rigore che si sono visti ad esempio a Torino: è meglio incassare magari una sanzione in meno, se questo vuol dire impedire ad una serranda di abbassarsi per sempre».
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