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TORINO – Fiom-Cgil: “Saremo intransigenti nel far rispettare i protocolli”

Sono state oltre 150 le intese raggiunte con le singole realtà produttive per la ripresa del lavoro nelle fabbriche

TORINO – La FIOM-CGIL rende noto che lunedì 4 maggio rientreranno a lavorare circa 80.000 metalmeccanici nella provincia di Torino che rappresentano il 70% della forza lavoro del comparto nel torinese.

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Sono state oltre 150 le intese raggiunte dalla FIOM-CGIL nelle singole unità produttive per l’applicazione dei protocolli nazionali sulla tutela della salute e sicurezza, a fronte dell’emergenza COVID-19.

Tra le aziende ci sono Valeo, IBS, Fontana, Magnetto, SKF, Federal Mogul, Gruppo FCA, Magneti Marelli, CNH industrial, Dyco, Italdesign, Dana, U-Shin, OMA, Avio, Thales Alenia Space, solo per citarne alcune tra le più significative.

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Edi Lazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Torino dichiara: «In queste settimane la FIOM-CGIL di Torino è stata impegnata a concordare, in tutte le aziende dove siamo presenti con i delegati sindacali interni, l’applicazione dei protocolli per la tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori a fronte dell’emergenza COVID-19. La prossima settimana sarà determinante per capire se i provvedimenti presi saranno applicati correttamente all’interno degli uffici e delle officine. Per noi la priorità assoluta rimane la salute dei lavoratori, dopo viene tutto il resto. Per questa ragione saremo intransigenti nel far rispettare ciò che è stato concordato. La nostra attenzione sarà soprattutto rivolta alle aziende in cui non siamo presenti con i delegati sindacali. Forniremo le informazioni necessarie ai lavoratori e laddove ci perverranno segnalazioni di mancata applicazione delle misure di precauzione del Protocollo nazionale non esiteremo ad intervenire per tutelare i lavoratori, anche segnalando agli organi preposti perché siano attivati i dovuti controlli, fermando le attività non in regola. Lo faremo soprattutto per coloro che rappresentiamo ma anche per senso di responsabilità generale: non possiamo infatti permetterci una crescita dei contagi, con eventuali focolai nei luoghi di lavoro, dovuta alla non corretta applicazione delle misure di sicurezza definite. Sarebbe devastante per la salute ma anche per la tenuta del sistema sanitario e per l’economia del nostro territorio».

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