PIEMONTE – Dal 4 maggio saranno consentiti il take away e la ristorazione da asporto in Piemonte, ma non nel Comune di Torino, dove si partirà il 9 maggio.
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I sindaci potranno assumere misure differenti in caso di eventuali criticità.
“Trovata una sintesi tra l’esigenza di far ripartire le nostre attività e la prudenza”. Dichiara il Presidente della Regione Alberto Cirio.
Nel caso di criticità specifiche o dove non possibile assicurare il rispetto delle misure di sicurezza, i sindaci potranno anche valutare di vietare l’attività sull’intero territorio comunale o delimitarla su parti di esso. La scelta di attendere qualche giorno in più per la riapertura a Torino risponde, invece, alla necessità di una maggiore cautela sul capoluogo piemontese, in considerazione dell’alta densità demografica, del numero complessivo delle attività di ristorazione e di un quadro epidemiologico che impone maggiore prudenza.
È quanto è stato deciso dalla Regione Piemonte che oggi ha incontrato in videoconferenza il Prefetto di Torino insieme ai sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province e i rappresentanti delle Associazioni degli Enti Locali.
Mentre con i rappresentanti delle Associazioni di categoria verrà siglato uno specifico accordo. L’ordinanza sarà firmata domani dal presidente della Regione Alberto Cirio.
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“Abbiamo lavorato insieme alla Prefettura di Torino e ai rappresentanti degli enti locali per trovare una sintesi tra la prudenza che ci viene chiesta dai medici e l’esigenza di riapertura delle nostre attività – sottolinea il presidente Cirio -. La soluzione che abbiamo individuato ci permette di consentire il servizio di ristorazione da asporto, pur mantenendo alta l’attenzione. Il Piemonte sta ripartendo e lo fa con l’equilibrio necessario a garantire la salute dei suoi cittadini e della sua economia. Per la procedura di attivazione del servizio ho scelto la via più veloce, infatti basterà semplicemente comunicarlo al Comune, perché le nostre aziende hanno bisogno di lavorare e di farlo subito senza il peso della burocrazia. Il coinvolgimento diretto dei sindaci, invece, permetterà di valutare eventuali criticità e anche un monitoraggio costante della situazione. Prudenza e ripartenza possono e devono convivere. Basta avere buonsenso.”
Le attività di ristorazione interessate (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) potranno attivare il servizio di asporto dandone una semplice comunicazione al Comune, che però potrà immediatamente sospendere l’attività in caso di inadempienza delle prescrizioni da parte dei singoli esercizi.
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I Comuni dovranno garantire il rispetto delle seguenti disposizioni:
- in attesa dell’ingresso, la distanza minima in coda dovrà essere di 2 metri:
- il ritiro dei prodotti, precedentemente ordinati, dovrà avvenire per appuntamenti dilazionati nel tempo allo scopo di evitare assembramenti all’esterno e consentendo nel locale la presenza di un cliente alla volta, assicurando che permanga il tempo strettamente necessario alla consegna e sempre rispettando le misure di sicurezza previste dal DPCM del 26 aprile;
- il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e nelle immediate vicinanze;
- sarà consentito l’asporto anche in quegli esercizi di ristorazione per i quali è prevista la consegna al cliente direttamente dal veicolo;
- ogni cliente, così come il personale in servizio, dovrà indossare una mascherina;
- le persone presenti all’interno del locale dovranno sempre mantenere la distanza minima di 2 metri
L’attività di ristorazione da asporto sarà possibile dalle 11 alle 14 e dalle 18 alle 21, fatta salva la possibilità dei sindaci di modificare l’orario, in presenza di qualificate motivazioni e nel rispetto delle puntuali esigenze dei luoghi.
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“In questo momento quasi surreale – dichiara l’assessore Poggio – era quanto mai fondamentale e importante dare un segnale positivo e di ritorno a una certa normalità al mondo dei ristoratori piemontesi, i quali vivono sulla loro pelle gli effetti di una crisi senza precedenti. In questi giorni ci siamo incontrati più volte con le varie associazioni di categoria dei più diversi settori commerciali piemontesi e ho potuto ascoltare direttamente dalla loro voce le ansie, le forti preoccupazioni, gli stati d’animo che provano, ma ho anche prestato ascolto alla loro più pressante richiesta, ovvero quella di poter lavorare, di poter ripartire, riaprire i loro esercizi, le loro attività, di riprendersi la loro vita con il suo senso, non solo economico ma anche umano”.
“Sia chiaro – prosegue l’assessore Poggio -, so benissimo che questa è solo una piccola vittoria per noi tutti che siamo chiamati nel prossimo futuro a ben altri sforzi e fatiche, a ben altre sfide. Ma poter dare comunque un po’ di ossigeno a tanti operatori economici e lavoratori, che contribuiscono ogni giorno alla ricchezza e al benessere del nostro territorio e dell’Italia intera, per me e per la giunta regionale è motivo di grande soddisfazione. Voglio ribadire con forza che, nonostante le ovvie ed oggettive difficoltà o gli errori che si commettono inevitabilmente e sempre, vi è più in una fase emergenziale come quella che sta vivendo il mondo intero, nessuno sarà lasciato indietro o solo e che lavoreremo duramente per il bene del Piemonte”.
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