CHIAVERANO – “Non mi hanno tamponato!” intitola così la nota inviata ai media e pubblicata sul sito comunale, il Sindaco di Chiaverano Maurizio Fiorentini.
“E’ una battuta ma la realtà è tutt’altro che uno scherzo. – Scrive il primo cittadino –
Parliamo di tamponi, quei dispositivi che certificano o meno la positivà al famigerato Covid-19.
E’ il tampone che stabilisce se devi startene a casa in quarantena, tu e tutti i tuoi familiari (o adesso si chiamano congiunti?).
Ed è sempre il tampone a dirti quando sei guarito e, quindi, puoi finalmente evadere dagli arresti domiciliari. In questo caso, in realtà, sono necessari due tamponi negativi, uno a tre giorni dall’altro.
Tutto facile e chiaro, no?
Certo, peccato però che i tamponi non si facciano.
Siamo un piccolo paese colpito, per fortuna, da pochi casi. Ma se in questi pochi casi ci sono rallentamenti, notizie errate, tardive o mancanti e, sopratutto, se ci sono tamponi mancanti…beh, cosa devo pensare della situazione generale del Piemonte?
Non voglio accusare nessuno. Siamo in emergenza e si può essere più che tolleranti nel giudicare. Ma, dopo oltre due mesi dall’inizio della crisi sanitaria, mi aspetterei una gestione e un’informazione sui casi positivi più celere, più corretta, più sicura.
Non so da chi dipendano questi ritardi. Se dall’Ospedale di Ivrea o dall’ASL-TO4 o dalla Regione Piemonte o da tutti insieme.
Io rilevo solamente che ci sono situazioni che si stanno incancrenendo e stanno diventando insostenibili.
E’ certo che il personale medico ed infermieristico è sottoposto ad un superlavoro stressante e pericoloso e non li ringrazieremo mai abbastanza. Ma è necessario che l’ASL e la Regione trovino il modo per sistemare la questione tamponi prima che diventi ingovernabile.
Eccole le situazioni relative ai tamponi:
1) Signora Positiva, da 25 giorni è guarita e aspetta il tampone per poter finalmente uscire di casa. Ha parlato più volte con ASL ma senza alcuna informazione certa. Oltre tutto, questa signora nell’elenco che ricevo dalla Regione risulta con tampone “Non pervenuto”. La signora dice che ha avuto un tampone positivo (mi ha fatto vedere la documentazione) ma questo non risulta dagli elenchi. Risultato? Continua a rimanere in attesa di poter fare i due tamponi di controllo, chissà quando. Siccome però non è ufficialmente positiva, la famiglia non è stata messa in quarantena nonostante la mamma della signora purtroppo sia rimasta a sua volta contagiata ed è mancata.
2) Marito della Sig.ra del punto 1. Non è stato messo in quarantena (se non volontaria) ma ha avuto febbre e sintomi Covid per fortuna non gravi. E’ stato richiesto il tampone ma non è stato effettuato. Quando è stato meglio è uscito di casa non avendo avuto prescrizioni di quarantena.
3) Signore Positivo, commerciante. Da 15 giorni è guarito ed attende anche lui i tamponi controllo che, nonostante vari solleciti anche da parte mia, non sono stati ancora programmati. Pure la sua famiglia non può uscire di casa in quanto è stata messa ufficialmente in quarantena. Ogni giorno che passa per loro è un danno perchè hanno un esercizio commerciale che in questo periodo potrebbe lavorare.
4) Signore positivo deceduto da 3 giorni in RSA. Nell’elenco regionale che controllo ogni giorno risulta positivo ma non deceduto.
5) Persona deceduta e dichiarata dal medico curante e dal medico legale come Sospetto Covid. Richiesto tampone di controllo ai familiari, mai effettuato. E’ molto probabile che non fosse covid, ma non si hanno le certezze che solo il tampone può dare.
6) Persona che è stata male ma non così tanto da dover chiamare l’ambulanza. Ha richiesto il tampone ma non è stato effettuato. Dopo una settimana ha preso la macchina e si è recata in Ospedale per richiederlo. A quel punto l’hanno finalmente fatto ed è risultata positiva ed ora è in quarantena.
Se con pochi caso abbiamo questi problemi – conclude Fiorentini – devo dire che la cosa mi preoccupa molto in quanto mi viene da pensare che i tamponi a domicilio non vengano proprio fatti e che, quindi, le statistiche giornaliere hanno un valore del tutto effimero.
Ma, a parte le statistiche sballate, non è più accettabile che persone guarite da 15 o 25 giorni non possano uscire di casa.
Di certo non usciremo a questa situazione e non potremo passare alla cosiddetta fase 2 se non mi mettono certezze sui reali positivi e sui guariti.”
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