CASTELLAMONTE – La discarica di Vespia al centro della seduta di Consiglio Comunale di ieri, lunedì 2 marzo.
In apertura l’Assessore Marco Bernardi Ghisla ha fatto una cronistoria a partire dal 30 maggio 2017 quando è giunta la segnalazione circa i fabbricati e manufatti esistenti presso la discarica di Vespia, a cui è seguita l’ordinanza di rimozione delle opere realizzate perchè non rispettavano i vincoli, il ricorso di Agrigarden Ambiente e la sentenza del Tar (2019)
Considerando che non si possono demolire in quanto giudicati funzionali alla discarica, l’unica soluzione è procedere alla sanatoria, o con atto diretto della Città Metropolitana, o con modifica del Piano Regolatore con un quadro della situazione attuale.
La problematica principale, senza entrare nel merito della richiesta di rimodellamento avanzata dall’azienda, è che il Comune si trova con un Piano Regolatore degli anni novanta, un progetto autorizzato del 2015 e una nuova richiesta di rimodellamento, senza avere un documento di mezzo, adottato da tutte le parti, che faccia luce sullo stato attuale.
Una secondo punto riguardava l’avvio del procedimento volto all’estensione del Parco Naturale di Monti Pelati e Torre Cives con l’inclusione dei territori delle tre Vespie.
Infine la mozione presentata dal Consigliere Claudio Bethaz circa la posizione da assumere nella prossima conferenza dei servizi, tenendo conto che quella che era prevista per il 4 marzo è stata rinviata.
Tutti punti che hanno fatto molto discutere. Al punto della mozione il Consigliere Paolo Recco è uscito quando la discussione era ancora in atto, dopo che il suo emendamento con le modifiche era stato respinto, mentre gli altri consiglieri di minoranza hanno espresso voto di astensione.
“Non possiamo fare queste modifiche – ha dichiarato Bernardi Ghisla – perchè non possiamo precludere il fatto di poter colmare “i vuoti” con materiale non di rifiuto, esempio terra.”
“Per un argomento così importante come la discarica – ha dichiarato Andrea Ertola in chiusura – era necessario fare una riunione dei capigruppo e condividere il testo della mozione prima di portarlo in consiglio.”
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