Negli ultimi decenni, in Canavese, abbiamo assistito alla lenta distruzione del settore primario e secondario a favore della terziarizzazione della nostra area; il passaggio chiave, che riguarda tutta l’ Europa, è dovuto principalmente all’eccessiva globalizzazione che ha colpito il “Vecchio Continente” e che sta riguardando molte imprese canavesane.
A dimostrazione di ciò, a causa dell’emergenza Coronavirus, esse stanno subendo danni economici per il mancato approvvigionamento di materie prime dalla Cina.
Il Canavese non è più meta di immigrazione per i giovani, ma è meta di emigrazione. I giovani si sono abituati a guardare altrove, alla ricerca di nuove opportunità lavorative: non è un caso, infatti, che l’età media della nostra regione sia ben più elevata della media nazionale. Ciò si deduce anche dando uno sguardo alla classe politica delle nostre amministrazioni, che è ormai la stessa da molti anni e che ha visto l’ inserimento sporadico di volti nuovi, senza, però, riuscire ad ottenere i risultati sperati, facendoci pensare che questi inserimenti siano dovuti solo a fini di propaganda politica.
Penso sia giunto il momento di dire basta al sovraccarico di banche, bar, ristoranti e centri commerciali e di iniziare a puntare su qualcosa che possa produrre benefici in un’ ottica futura come il re-sviluppo del settore primario, tramite infrastrutture “decenti” in modo che permettano che i cospicui fondi stanziati dall’UE per questo settore possano servire a qualcosa, tramite un consolidamento del settore secondario, unica presunta certezza, ormai sempre più vulnerabile e tramite un riordinamento del settore terziario con investimenti su fonti di energia a sviluppo sostenibile, sulla sanità e sul settore informatico, grande tradizione della nostra area.
È ARRIVATO IL MOMENTO DI AGIRE PER NON RENDERE IL CANAVESE UN POSTO SEMPRE PIÙ ARRETRATO, MA PER RENDERLO DI NUOVO UNA DELLE AREE PIU’ PRODUTTIVE E RICCHE DI TUTTA L’ITALIA SPERANDO CHE NON SIA ORMAI TROPPO TARDI… VOI COSA NE PENSATE? È UTOPIA O SI PUO’ FARE?
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