Libia, Haftar non firma la tregua 

Il generale Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico, ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo per il cessate il fuoco sottoscritto ieri dal governo di accordo nazionale di Tripoli. Secondo quanto ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia di stampa ‘Interfax’, Haftar ha espresso parere “positivo” sul documento che ufficializza la tregua, ma ha chiesto due giorni per discuterne con i suoi alleati. 

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“La bozza di documento ignora molte delle richieste dell’Esercito nazionale libico”, avrebbe detto il generale motivando la sua decisione. Secondo Sky News Arabia, nel corso dei colloqui di ieri a Mosca Haftar avrebbe insistito sulle richieste di far entrare le sue truppe a Tripoli e di formare un governo di unità nazionale che ricevesse il voto di fiducia da parte del parlamento di Tobruk. Il generale avrebbe anche chiesto un monitoraggio internazionale del cessate il fuoco senza la partecipazione della Turchia e chiesto il ritiro immediato dei mercenari “arrivati dalla Siria e dalla Turchia”. Infine, avrebbe insistito sulla richiesta di avere l’incarico di comandante supremo delle Forze armate libiche.  

Lasciata Mosca nella notte, si sarebbe così recato in Giordania per una serie di incontri. E’ quanto apprende l’Adnkronos da fonti di intelligence, secondo le quali la decisione di non firmare l’accordo sarebbe stata infatti presa per poter studiare e approfondire meglio i termini della bozza e per poi proporre delle modifiche. Si parla di alcuni giorni di tempo ma non sarebbe stata data alcuna scadenza precisa né comunicato quali potrebbero essere i termini della ripresa dei colloqui. La tregua iniziata domenica a mezzanotte al momento rimane in vigore ma viene considerata da Haftar “molto debole”, riferiscono le fonti, secondo cui la pausa di riflessione servirebbe per valutare insieme ai Paesi che lo sostengono quale possano essere dei termini accettabili per l’accordo. 

La Russia “continuerà i suoi sforzi per il cessate il fuoco” in Libia, ha assicurato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aggiungendo: “Andremo avanti con gli sforzi in questa direzione”. E ammettendo che “finora non è stato raggiunto alcun risultato finale”. Lavrov ha poi denunciato che estremisti si stanno spostando dalla provincia siriana di Idlib, ancora sotto il controllo dei ribelli, verso la Libia, con l’obiettivo di destabilizzare il Paese. “Sono rimaste delle sacche di attività terroristica, in particolare a Idlib, dove gli estremisti stanno perdendo terreno – ha affermato il ministro – Ma, sfortunatamente, se parliamo di rapporti tra la Siria e la Libia, i terroristi si stanno spostando verso la Livia per continuare a seminare zizzania in quel Paese”.  

Nel frattempo, sono ripresi questa mattina gli scontri a sud di Tripoli. Lo ha riferito la tv al Arabiya, mentre il sito di al Wasat, citando testimoni, riferisce di colpi d’artiglieria sparati nei sobborghi di Salah Al-Deen e Ain Zara, nella capitale libica. 

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