Matteo Renzi lascia il Pd. In una lunga intervista a Repubblica, l’ex premier spiega i motivi di questa scelta annunciando che “i gruppi parlamentari nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti”. “Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi del pd perché saranno ‘derenzizzati’ – afferma – E per il governo probabilmente si allargherà il consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte. Dunque l’operazione è un bene per tutti”, assicura.
“I parlamentari saranno trenta, più o meno. Non dico che c’è numero chiuso ma quasi. La vera sfida saranno le migliaia di persone che sul territorio faranno qualcosa di nuovo e di grande”, spiega. Non rivela il nome del nuovo partito ma spiega: “Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà il capo delegazione nel governo”.
Uscire dal Pd adesso non è un agguato per il governo ma “significa partire con chiarezza, stabilizzarlo. Non chiedo nulla. A Zingaretti lasciamo la maggioranza dei parlamentari. Mi avrebbe fatto comodo godere della rendita di queste ultime settimane per avere un potere di interdizione nel Pd. Ma bisogna dire, non interdire. Fare, non bloccare, proporre, non contrattare. E io credo che ci sia uno spazio per una cosa nuova. Che non è di centro o di sinistra ma che occupa lo spazio meno utilizzato dalla politica italiana: lo spazio del futuro”.
“Il Conte bis è un miracolo – prosegue Renzi – Aver mandato a casa Salvini resterà nel mio curriculum come una delle cose di cui vado più fiero”. Con in testa l’obiettivo di “passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini”. Quello che “mi fa uscire” è “la mancanza di una visione sul futuro”, sottolinea allora spiegando di essere sempre stato “trattato come un intruso”. Il “contrappasso” sarà che “io esco” e “nei prossimi mesi rientrano D’Alema, Speranza, Bersani. Va via un ex premier ne torna un altro, tutto si tiene”.
Il Pd nasce come un “partito all’americana, capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo-sottolinea- è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti” e “temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 stelle”.
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