martedì 18 Febbraio 2025
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I Sindacati delle Professioni Infermieristiche, Vigili del Fuoco e Polizia di Stato: “La cultura della sicurezza”

I Sindacati delle Professioni Infermieristiche (NURSIND), Vigili del Fuoco (CONAPO, CONFSAL VVF, FNS- CISL e UIL-PA) e Polizia di Stato (SIULP e SAP) hanno inviato un comunicato congiunto in seguito alla morte dell’escursionista francese. Lo pubblichiamo qui integralmente:

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“Nei giorni del cordoglio per la tragica scomparsa del giovane escursionista Simon GAUTIER, un riconoscimento va a tutti i soccorritori che si sono prodigati nelle operazioni di ricerca. Il loro (e il nostro) limite è vivere in un paese che non considera prioritaria la tecnologia al servizio della collettività.

Riflettano coloro che sbandieravano l’efficacia della localizzazione come rimedio ai mali del mondo e oggi, senza vergogna alcuna, ne ammettono il fallimento: la posizione esatta si può determinare solo con l’intervista telefonica, quando si chiede aiuto è necessario fornire sempre un indirizzo o un riferimento.

Dovrebbe essere un motivo sufficiente per evitare speculazioni, commenti di cattivo gusto o quegli “interessi di bottega” che qualcuno in passato ci imputava in modo sprezzante.

Non si usi questa tragedia per esportare il modello organizzativo del 112 italiano, la presenza di una Centrale Unica nella vicenda non avrebbe cambiato nulla, la tecnologia di localizzazione è la stessa.”

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“Dotarsi di soluzioni moderne – prosegue la nota – costerebbe un terzo rispetto al mantenimento di un inutile call center laico del 112 e c’è più tecnologia nelle mani di un bambino in età scolare rispetto a quanta ne troviamo nelle nostre Centrali Operative; riflettano soprattutto su questo i Ministeri competenti.

Quindici giorni fa si è appreso che una quindicenne stuprata e uccisa in Romania aveva chiamato più volte il 112, ma la Polizia è arrivata diciannove ore dopo; la vicenda ha sconvolto il paese, sono seguite le dimissioni dei Ministri dell’Interno, dell’Istruzione, delle Telecomunicazioni e l’allontanamento del Capo della Polizia. È una lezione di responsabilità istituzionale lontana anni luce da noi, in Italia probabilmente sarebbe stato licenziato l’operatore, reo di non aver seguito il “protocollo”.

Esortiamo le Istituzioni ad adoperarsi per promuovere una vera cultura della sicurezza e ad aprire un confronto scientifico sull’organizzazione dei soccorsi italiani, sui pericoli della doppia intervista telefonica e sulla capacità di coordinamento tra i professionisti.

Perché tragedie come questa non accadano mai più!”

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