IVREA – Riparte a Giugno la quinta edizione del circuito Chiese Romaniche dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea che, nella stagione estiva prevede l’apertura al pubblico di buona parte delle chiese romaniche presenti sul territorio.
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L’edizione 2019 delle Chiese Romaniche dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea vede la partecipazione di un consolidato gruppo di Comuni dell’area, dell’Associazione Amici della Chiesa di Santo Stefano di Candia e dell’Ecomuseo dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, cui è affidato il ruolo di coordinamento organizzativo, di promozione e di gestione dell’iniziativa.
Quest’anno aderiscono al circuito le seguenti chiese: Andrate – Chiesa di Santa Maria; Ivrea – Cattedrale di Santa Maria Assunta; Ivrea – Campanile di Santo Stefano; Chiaverano – Chiesa di Santo Stefano di Sessano; Burolo – Chiesa di Santa Maria Maddalena; Bollengo – Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pessano; Bollengo – Campanile di San Martino di Paerno, noto come ‘Ciucarun’ ; Pavone – Cappella e Romitorio di San Grato; Moncrivello – Santuario della Madonna di Miralta; Candia C.se – Chiesa Priorato di Santo Stefano del Monte; Candia C.se – Chiesa di San Michele Arcangelo.
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Il progetto, organizzato e promosso dall’Ecomuseo AMI, prevede l’apertura al pubblico, tutte le domeniche pomeriggio da giugno a settembre, delle chiese di : Santo Stefano di Sessano a Chiaverano, Santo Stefano del Monte a Candia, Santi Pietro e Paolo di Pessano a Bollengo, e un calendario di aperture programmate per: Santa Maria ad Andrate, Santa Maria Maddalena a Burolo, San Michele Arcangelo a Candia e il Santuario di Miralta a Moncrivello, mentre gli altri siti del circuito saranno visibili solo dall’esterno o sempre fruibili come luoghi di culto come la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Ivrea .
In quest’edizione, dopo l’esperienza positiva dello scorso anno, appuntamenti culturali come: mostre, visite guidate, incontri e spettacoli animeranno le chiese del territorio, con l’intento di coinvolgere un pubblico più ampio e valorizzare ulteriormente il circuito.
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Queste chiese, che hanno attraversato, quasi indenni, l’ultimo millennio della nostra storia e che spesso si ergono, quali isolate sentinelle nel paesaggio morenico – commenta Giuliano Canavese, Presidente dell’Ecomuseo AMI – sono per tutti uno stimolo a ricercare le ragioni per cui furono costruite in quel luogo e ad immaginare quale poteva essere l’ambiente, la vita delle comunità e l’economia del territorio tra l’XI e il XII secolo. Ritengo che l’alone di sacralità, di quiete e di mistero che le permea sia veramente ciò che attrae – ogni anno – un crescente numero di visitatori. Anche le iniziative culturali, che esse ospitano nel periodo annuale di apertura, sono attentamente calibrate affinché siano in sintonia con questo particolare contesto e ne accrescano l’attrattività.
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