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SAN PONSO – Ieri, venerdì 19 aprile è stato ufficialmente al pubblico, il Battistero di San Ponso, dopo due anni di chiusura per i lavori di restauro. Data scelta in occasione della tradizionale Sagra della Rana.
Promotrice degli interventi, è stata l’Associazione Il Battistero Onlus, che si è avvalsa degli Architetti Vincenzo Bruno e Grazia Pescetto.
L’associazione è nata nel 2005 ad opera di un piccolo gruppo di volontari del paese che già da prima si adoperavano per mantenere viva l’attenzione sul battistero, perla di San Ponso e del territorio. Costituitasi in associazione nel 2015, opera in convenzione con la Parrocchia di San Ponso per valorizzarlo in modo ancora più incisivo.
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Nell’ambito della convenzione sono iniziati questi lavori di restauro con un iter molto lungo, soprattutto per quanto concerne le autorizzazione dalla Soprintendenza.
Il progetto iniziale è cominciato nel 2012 grazie ai fondi ottenuti dallaCompagnia di San Paolo e della fondazione CRT. Il primo lotto ha preso il via nel 2016 e riguardava il restauro delle superfici esterne e del campanile. L’impianto originario del monumento risale al XIII secolo mentre la parte ovviamente del campanile che lo sormonta è molto più recente ossia del XVII secolo. La parte più impegnativa è stata quella di riproporre il restauro degli intonaci esterni riproponendo i materiali originali in particolare gli inerti che sono quelli che diciamo dell’Orco comunque sostanzialmente comunque dei torrenti locali, e una composizione con della sabbia del Sacro Monte di Belmonte questo perché in base alle analisi fisico-chimiche è stato riscontrato che c’erano praticamente dei residui di quella sabbia rosa/arancione che è tipica del di Belmonte. Quindi con l’autorizzazione dell’Ente Parco e della Soprintendenza si è riusciti ad avere un certo quantitativo di sabbia di Belmonte che è stato mischiato con gli inerti dell’Orco che sono più grigi in modo da ottenere quello aspetto originario della malta. Poi è stata restaurata la parte alta del campanile anche all’interno fino alla copertura.
Sono ancora diversi i lavori da effettuare all’interno, a partire dall’impianto elettrico e dall’illuminazione per arrivare al Museo.
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