AGLIÈ – Intitolata una via al Dottor Roletto e il Salone all’Arch. Paglia (FOTO, VIDEO e BIOGRAFIE)

La cerimonia si è svolta alla presenza di numerosi amministratori del territorio

AGLIÈ – Ieri, sabato 6 aprile, ad Agliè, sono stati intitolati una via e il Salone Polivalente, a due figure che hanno rivestito una grande importanza per Agliè.

La via è stata intitolata al Dott. Aldo Roletto, storico e indimenticato medico di famiglia, oltre che ultimo “medico condotto” di Agliè, mentre, la seconda intitolazione in ordine temporale, ha riguardato quello che è sempre stato comunemente chiamato “Alladium” dedicato all’Arch. Franco Paglia, progettato da lui stesso.

Ad accompagnare la cerimonia, che ha visto la partecipazione di numerosi Sindaci e Amministratori del territorio, il Corpo Musicale Santa Cecilia di Agliè.

“Il dottor Roletto, del quale conservo un piacevole ricordo personale, – ha affermato Marco Succio durante i discorsi ufficiali – è stato colui che ha curato generazioni di alladiesi, con quello spirito di servizio che non poteva non contraddistinguere chi, per ruolo, doveva prestare servizio ai propri pazienti 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno, creando con loro un legame umano e personale indissolubile che ancora oggi vive nei tanti che hanno avuto il privilegio di essere stati suoi pazienti.

Per quanto concerne la seconda intitolazione – ha proseguito Succio – circa vent’anni fa nacque l’idea di realizzare un salone pluriuso, al fine di dare ai cittadini di Agliè uno spazio coperto sufficientemente ampio e attrezzato per ospitare gli eventi aggregativi e le numerose manifestazioni promosse dal Comune e dalle associazioni locali: feste, concerti, spettacoli, convegni; tutte attività che dovevano un tempo tenersi all’aperto, o in locali troppo piccoli, o nei saloni dei comuni vicini, o in strutture temporanee noleggiate all’occorrenza. Il Sindaco di allora, il nostro Walter Acquadro, si mise all’ostinata ricerca di contributi economici per poter finanziare un’opera tanto grandiosa. In questo suo ambizioso proposito gli fu subito accanto l’architetto Franco Paglia che, incoraggiandolo, gli promise che, qualora si fosse trovato il denaro per costruire il salone, avrebbe regalato al Comune il progetto dell’opera. Ovviamente, già per sostenere le preliminari richieste di contributo, occorreva presentarsi ai potenziali enti erogatori con un progetto di massima; e quindi l’Architetto si dedicò a disegnare e a realizzare i modellini di svariate soluzioni progettuali: palestra, teatro, esposizione, a seconda del filone di finanziamento che apparisse di volta in volta più attendibile. Finalmente, con l’ingresso di Agliè nel circuito delle residenze sabaude, si concretizzò la possibilità di realizzare un’aula congressuale beneficiando di un cospicuo contributo regionale. A quel punto, disegnò un edificio nel quale volle reinterpretare, in chiave contemporanea, le linee delle più celebri cupole del barocco canavesano. Ma i tempi imposti dal bando di finanziamento erano molto ristretti per cui si dovette correre, e così, dopo tante notti passate al computer, con l’aiuto del suo braccio destro Roberto Musso, nacque il progetto di un padiglione a pianta dodecagonale con un diametro di 35 metri, coperto da una struttura particolarmente ardita che fu calcolata dall’Ingegner Bruno Mosetto. Il cantiere fu aperto dopo la benedizione dell’Arciprete Don Massimo il 3 marzo del 2003 e si concluse in appena un anno, senza ritardi, né varianti, né riserve da parte delle imprese, che lavorarono sotto la direzione inflessibile dell’Architetto Paglia, sempre presente, soprattutto nei passaggi più impegnativi della costruzione.”

Durante la cerimonia, il Sindaco Marco Succio ha voluto ringraziare, omaggiandolo di una targa, il Consigliere Aquadro, per l’impegno dedicato ad Agliè nei suoi 29 anni di vita amministrativa.

A ricordare queste due importanti figure alladiesi, Roletto e Paglia, oltre al primo cittadino, si sono intercalati sul palco Rosanna Tappero e Giovanni Rossi. Ecco (sotto al video e alle foto) le biografie, scritte di loro pugno, e lette al pubblico presente nel salone.

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BIOGRAFIA DOTTOR ALDO ROLETTO

Il dottor Aldo Roletto è nato a Rivarolo Canavese il 18 maggio 1935. E’ vissuto con papà, mamma e tre sorelle in una famiglia serena, colma di affetti e di valori importanti come la serietà, la perseveranza nello studio e nel lavoro, l’onestà in tutti i campi, la presa di distanza da tutto ciò che rende piccolo l’uomo, a favore di uno sguardo ampio e aperto.

Dopo la scuola dell’obbligo ha frequentato il liceo classico presso i Salesiani (ginnasio a Cuorgnè, liceo a Torino in Valsalice).

Conseguita la maturità non ha avuto esitazione a scegliere la facoltà di MEDICINA e CHIRURGIA presso l’Università di Torino, dove si è laureato.

Subito dopo la laurea ha iniziato a lavorare nelle strutture del Servizio Sanitario Pubblico; contemporaneamente ha frequentato, presso la stessa Università, i corsi post-laurea di Ostetricia e Ginecologia, conseguendo la relativa specializzazione.

Molto presto si è insediato stabilmente in Agliè in sostituzione del dottor Carlo Tappero, medico condotto del paese e prossimo alla pensione.

Ha sempre coltivato la sua naturale propensione allo studio, sia approfondendo i temi maggiormente collegati al suo lavoro, con particolare attenzione alla diagnostica, sia allargando ulteriormente i suoi interessi alla Medicina del Lavoro, con la frequenza degli specifici corsi universitari.

Sicuro di sè e della propria professionalità costruita negli anni di studio e sempre aggiornata, non temeva confronti, anzi li cercava per arricchirsi.

Ha collaborato a lungo con il dottor Lagna Fietta, tra i due ci fu una bella amicizia e un aiuto reciproco, scevro da gelosie o prevaricazioni.

Il dottor Aldo ROLETTO è stato l’ultimo medico condotto di Agliè. Lavoratore capace e appassionato non ha mai pensato di andare in pensione e la morte lo ha colto il 20 febbraio 2003 nel pieno esercizio delle sue funzioni, tra lo sgomento e il dolore tangibile di tutta la popolazione alladiese, che continua a ricordarlo con stima e con grande rimpianto

BIOGRAFIA ARCH. FRANCO PAGLIA

Franco Paglia nacque ad Agliè l’ 8 maggio 1930, iniziò la sua vita in una casa modesta, costituita da una cucina con pavimento in mattoni, una camera da letto ed una tettoia, nel rustico dell’allora proprietà Bonaudi.

I suoi genitori, ai quali Franco ha sempre riservato una riconoscenza infinita erano persone di umile estrazione.

Il papà che proveniva dall’Argentera, Frazione di Rivarolo, era figlio di un contadino, e a seguito dell’invalidità contratta ad una gamba in trincea durante la Prima Guerra Mondiale, aveva mutato la propria attività in quella di operaio tessile presso il locale Stabilimento De Angeli Frua; la mamma era una cuoca che, durante il soggiorno dei Principi di Casa Savoia ad Agliè, andava in Castello a prestare servizio, avendo appreso l’arte culinaria a Firenze in casa De Medici nella seconda decade del 900.

All’età di tre anni, Franco incominciò a frequentare l’asilo infantile “Regina Maria Cristina” di Agliè.

Dopo il classico primo dramma che tutti i bambini provano in detta occasione, subito si ambientò emergendo ben presto tra i migliori e mettendo in evidenza la sua non comune intelligenza.

Nel 1936 il passaggio alle elementari non fu più traumatico come quello di tre anni prima all’asilo.

Nel 1941, giunto quasi al termine della quinta elementare, si aprì per lui il grande dilemma se poter continuare gli studi oppure no. A quei tempi la scuola media non era obbligatoria ed in tutto il Canavese esisteva una sola scuola media: il Collegio Salesiano “Giusto Morgando” di Cuorgnè, dove si poteva accedere solo pagando una cospicua retta mensile, che corrispondeva alla retribuzione che percepiva il papà di Franco come operaio.

L’uomo, sollecitato dalla Maestra di quinta elementare che lo incoraggiava a compiere questo passo, fece un atto coraggioso, in rapporto alle Sue poche possibilità, nel decidere di investire tutti i Suoi risparmi sul figliolo.

Naturalmente in paese c’era qualche “risolino” ironico da parte di qualcuno circa l’assurdità dell’impresa di questo papà. Il “risolino” cessò però subito dopo l’uscita dei voti dell’esame di ammissione, che fu per Lui “ottimo” e l’unico fra tutti i partecipanti. Tale valutazione si mantenne sino al termine della scuola media, quando nel giugno del 1944 Franco fu congedato dal “Morgando” con l’annotazione: “indirizzato al liceo classico”.

Terminata la scuola media, l’impossibilità di proseguire negli studi era ormai assodata per i motivi già illustrati.

Dopo alcuni giorni venne però a conoscenza che il noto istituto per ragionieri e geometri “Germano Sommellier” di Torino, aveva deciso di spostare la sua sede a Rivarolo Canavese presso l’Istituto delle Suore Orsoline, poiché la sede di Torino era stata bombardata.

Nell’autunno del 1944 si iscrisse pertanto al primo anno della sezione geometri di detto istituto a Rivarolo.

Finita la guerra l’Istituto Sommellier ritornò a Torino e Franco frequentò i rimanenti quattro anni in città, ove conseguì il diploma da geometra nel 1949 con il massimo dei voti.

Furono questi per lui anni di sacrifici non indifferenti perché per raggiungere la scuola era necessario svegliarsi alle cinque, andare in bicicletta fino ad Ozegna per prendere il treno della Canavesana alle ore 6,10, salire su vagoni quasi sempre senza riscaldamento, giungere a Torino Porta Susa verso le ore 8, prendere il tram per poter giungere a scuola alle 8,30, ora di inizio delle lezioni.

Franco era solito ricordare che un espediente per risparmiare le magre risorse era quello di escludere l’abbonamento del treno per i mesi monchi, vale a dire, quando le lezioni avevano inizio il 20 ottobre e terminavano verso il 10 di giugno: in questi mesi utilizzava la bicicletta da Agliè a Torino.

Dopo aver svolto il periodo di apprendistato presso il miglior Geometra della zona, Antonio Roletti di San Giorgio, nel 1951 iniziò l’attività di libero professionista riscuotendo, grazie alla Sua professionalità, la massima stima dei Suoi clienti alladiesi e dei paesi limitrofi.

Dopo breve tempo venne invitato a svolgere l’incarico di tecnico comunale dagli amministratori dei comuni di Agliè, Ciconio ed Ozegna.

Nel 1952 gli venne affidato l’incarico per la trivellazione del primo pozzo dell’acquedotto comunale di Agliè, la costruzione di alcuni tratti della rete fognaria di Agliè e Ciconio e l’allargamento di alcune strade di particolare importanza che furono realizzati con i cantieri scuola del comune di Agliè negli anni ’54 e ’55.

Nel 1956 io ebbi il piacere di essere eletto vice Sindaco ed averlo quindi come collaboratore.

Nel quadriennio 56-60 la nostra amministrazione gli conferì l’incarico di costruire le nuove scuole elementari in frazione San Grato e Madonna delle Grazie, preparare i locali per la nuova scuola media “C. Olivetti”, ancora oggi in piena attività, realizzata su Suo progetto con la riutilizzazione della palestra sita al piano terreno e del teatro posto al primo piano delle scuole elementari, opere inaugurate tutte l’ultima domenica di ottobre dell’anno 1960.

Non posso esimermi dal ricordare che se anche i lavori a Lui affidati erano molto pesanti, le Sue parcelle erano abbastanza leggere.

In questo periodo, e precisamente negli anni 53 e 55, Franco riuscì con i proventi della sua attività professionale e con l’aiuto del Suo papà a realizzare un sogno di entrambi: la costruzione di una propria casa per l’abitazione della famiglia e per la sede del Suo ufficio.

Nel 1953 iniziò a predisporre il progetto, nel 1954 appaltò i lavori all’impresa Giovanni Martinetto di Agliè che completò la costruzione nell’estate del 1955.

La progettazione e la costruzione della sua casa, una delle prime costruite ad Agliè dopo la guerra, gli diede notevole credito. Iniziarono quindi gli incarichi per la progettazione di edifici privati non solo in Agliè ma anche in altri paesi come Rivarolo, San Giusto e San Giorgio.

Anche se la professione di geometra gli dava molte soddisfazioni morali ed economiche, era forte in Lui il desiderio di riprendere gli studi ed ottenere la Laurea in architettura, e così con impegno non certo lieve nel ’56 riprese a studiare e nel luglio del ’57 riuscì ad ottenere la maturità artistica all’Accademia Albertina di Torino, che gli dava la possibilità di iscriversi alla facoltà di architettura, ove nel 1962, dopo i soli prescritti cinque anni, riuscì a conseguire la laurea, mantenendo nel contempo fede a tutti gli impegni delle Sue molteplici attività.

Nel 1961 due amici di Franco, Carlo Antonino e Giuseppe Belloni, già titolari di una impresa edile che svolgeva lavori in Lombardia e Piemonte, ricevettero dalla grande impresa “SOGENE” di Roma l’invito a partecipare alla costruzione del nuovo stabilimento Perugina a Perugia, da realizzarsi con il sistema delle volte sottili, nel quale la Loro impresa era una delle poche esperte a livello nazionale.

Ma per questo lavoro occorrevano almeno 150 operai e i due impresari ritennero inizialmente di non essere nella condizione di poter accettare quell’invito.

Chiesero pertanto a Franco di costituire con loro una nuova impresa e di trattare insieme l’appalto dei lavori. Venne così costituita l’”IMPRESA COSTRUZIONI GEOM. FRANCO PAGLIA”, che ottenne l’appalto dei lavori, che iniziarono nell’estate del 1961.

Nella primavera del 1962 venne Loro affidata la realizzazione di nuovo reparto, lavoro da effettuare con nuove tecniche di costruzione, che venne felicemente ultimato nel luglio 1962, proprio nei giorni in cui Franco conseguiva la laurea di Architetto.

I festeggiamenti furono pertanto doppi con l’intervento di diversi dirigenti della Sogene e degli operai dell’impresa.

Mentre il cantiere stava per concludersi, Franco venne chiamato a Roma alla direzione della Sogene ed invitato a partecipare alla costruzione di una parte del centro siderurgico di Taranto. Fu un lavoro molto impegnativo, per il quale Franco mi raccontava spesso le difficoltà cui era andato incontro, legate alla dimensione del cantiere e alla gestione del personale. Basti pensare che l’impresa assunse circa 500 dipendenti e diede lavoro ad altrettanti cottimisti. I lavori terminarono nel 64.

Ritornati in Piemonte, il 9 agosto 1965, costituirono una nuova società: la “CARPENT BETON”, e i primi cantieri a cui parteciparono con la nuova impresa furono la costruzione del primo tronco di autostrada della Valle d’Aosta, il viadotto che scavalca Quincinetto e il ponte sulla Dora a Carema.

Seguirono nel 1968 e 1969 lavori di carpenteria presso il CERN di Ginevra e nel 1970 la Società terminò la sua attività con un altro grande impegno nella costruzione della Centrale nucleare di Caorso.

Nel 1962 i tre soci acquistarono il 50% della ILTAR Sas, società con sede in Bairo che venne trasformata in SpA, e della quale Franco divenne dapprima Amministratore Delegato e successivamente Presidente.

Ha quindi inizio per lui l’attività in questa società alla quale ha dedicato gran parte del suo tempo, fino agli ultimi giorni della sua vita, nel 2013.

Anche le autorità civili e religiose hanno voluto concedere a Franco ambite onorificenze: 1984 Cavaliere della Repubblica; Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; 2005 Commendatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; 2010 Commendatore di San Gregorio Magno.

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