TORINO – Per la prima volta è stata asportata la prostata con il robot chirurgo su un paziente piemontese di 74 anni portatore di doppio trapianto renale e con rischi di sanguinamento per problematiche cardiologiche, presso l’Urologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.
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La chirurgia robotica rappresenta l’opzione più all’avanguardia in caso di necessità di intervento di prostatectomia per tumore alla prostata. L’applicazione di questa tecnica innovativa nel trapiantato di rene è però resa difficoltosa sia dall’alterazione della normale anatomia sia dalla mancanza di spazio dovuta all’ingombro determinato dai reni che vengono trapiantati non lontano dalla prostata. Tant’è che sono stati relativamente pochi i casi fino ad oggi di questa tipologia di intervento in tutto il mondo e mai nessuno prima d’ora è stato riportato in presenza di un trapianto renale doppio.
L’eccezionale intervento di prostatectomia radicale robotica in un paziente portatore di trapianto renale doppio è stato eseguito dal professor Paolo Gontero (Direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute), coadiuvato dal dottor Marco Allasia, su un paziente che oltre ad essere portatore di trapianto renale doppio da ben 18 anni presentava anche un rischio molto elevato di sanguinamento, assumendo anticoagulanti per problematiche cardiologiche.
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Ciò ha spinto i chirurghi alla scelta della tecnica robotica per i suoi indubbi vantaggi nel ridurre il rischio di sanguinamento. Nel trapianto renale doppio il paziente viene trapiantato di due reni, invece di uno come nella metodica tradizionale, in modo da avere una maggiore garanzia di efficienza funzionale, allorquando il donatore deceduto presenti determinate caratteristiche di età e parametri renali.
Di per sè avere un trapianto renale può rendere più complicato affrontare nel prosieguo della vita certe problematiche chirurgiche, come la necessità di asportazione della prostata, proprio per la posizione dove è stato inserito il rene trapiantato ed è per questo che è consigliabile rivolgersi a Centri urologici con esperienza di trapianto renale per queste procedure. Grazie alla tecnologia robotica il professor Gontero è riuscito a portare le fini, snodabili e ultra precise “mani” del robot chirurgo Da Vinci nello spazio reso ancora più angusto dalla presenza dei reni trapiantati e coronare la riuscita dell’intervento.
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La possibilità di interventi all’avanguardia nei pazienti portatori di trapianto renale è resa possibile alle Molinette grazie alla gestione interdisciplinare di questi pazienti tra l’Urologia, la Chirurgia vascolare ospedaliera del dottor Maurizio Merlo per la parte chirurgica e la Nefrologia diretta dal professor Luigi Biancone, che gestisce le complessità cliniche di questi pazienti. L’intervento è perfettamente riuscito ed il paziente sta terminando la degenza presso la Nefrologia delle Molinette.
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