SAN GIORGIO CANAVESE – A quindici anni dall’uscita del docufilm di Andry Verga (Masterblack) “La Jena di San Giorgio”, che riscosse un gran successo, si torna a parlare di Giorgio Orsolano con il libro di Maddalena Serazio, “La Iena di San Giorgio – e la storia continua…”, presentato ieri sera, sabato 27 ottobre, nel magnifico scenario del Castello di San Giorgio.
La serata, organizzata da Atene del Canavese, è stata un successo, registrando un elevata partecipazione di pubblico.
Dopo l’apericena, gli intervenuti si sono spostati nel salone principale. Al “tavolo” dei relatori, oltre all’autrice, Maddalena Serazio, sono intervenuti Giacomo Giacobini, Professore emerito di Anatomia Umana e Direttore Scientifico del Museo di Anatomia Umana dell’Università di Torino, che ha donato all’autrice un calco della testa di Orsolano; Giuseppe Campisi, Ispettore Superiore Polizia di Stato; Stefania Rossi, Psicologa e Giorgio Orsolano, omonimo.
Una serata leggera e interessante, coordinata da Monica Ramazzina, e preceduta dagli onori di casa a cura di Giampaolo Verga, Atene del Canavese Editorie, e dai saluti del Sindaco Andrea Zanusso, dei Fabrizio Gea (Agenzia per lo Sviluppo del Canavese) e del Senatore Virginia Tiraboschi.
Il libro nasce dalla meticolosa ricerca storica ampiamente documentata, portata avanti dall’autrice, che narra, oltre alla storia di Giorgio Orsolano, detto appunto la Iena di San Giorgio, noto per l’efferatezza dei delitti commessi, un’altra vicenda rimasta sepolta negli archivi di Aix-en- Provence, che riguarda Antonio Galetto, “Antoine”, nipote della Iena che in Provenza commise orrendi crimini insieme ai componenti della “Bande de la Taille”, e, di Margherita, figlia di Giorgio Orsolano e madre di Antoine, segnata da un passato e da un tragico futuro, ritratta anche sulla copertina.
Un libro avvincente e vero, la cui trama ieri sera ha catturato il pubblico in sala, affascinato dalle considerazioni dei relatori sulla Iena di San Giorgio e sulla sua famiglia.
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