TORINO – Nell’ambito dei servizi di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti disposti dal Questore Messina nelle diverse zone della città, tra cui l’area di corso Principe Oddone/via Cecchi, l’attività investigativa degli agenti del Commissariato Madonna di Campagna ha consentito di scoprire, in un seminterrato di via Borgaro 88, un vero e proprio laboratorio per la produzione ed il confezionamento della marijuana.
All’interno dei tre locali del seminterrato era stata realizzata una filiera di lavorazione della droga. Una stanza era adibita ad essiccatoio delle piante, un’altra era in procinto di essere trasformata in un vivaio, con ventole di aspirazione dell’aria, termostati, lampade alogene, pannelli riflettenti, deumidificatori e sacchi di terriccio e 153 piantine in vasetti. Nella terza stanza vi erano tutti gli attrezzi per il confezionamento della droga: bilancia di precisione, forbici, spaghi, cellophane, scatoloni contenenti le piante essiccate ed in fase di compattazione, nonché materiale per la costruzione della serra e un ampio divano e qualche vivanda che consentisse ai malfattori anche la permanenza notturna per una costante vigilanza della “preziosa” coltivazione.
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La sostanza stupefacente rinvenuta era stata coltivata in due appezzamenti di terreno ricavati nella boscaglia, situata a pochi chilometri di distanza dal “laboratorio”, nella campagna tra Borgaro e Mappano. Nelle due aree di terreno, ricavate al centro di un inaccessibile boschetto, ripulite dalla sterpaglia e dagli alberi, attrezzato con cisterne per la raccolta dell’acqua necessaria all’innaffiatura.
Nel terreno, ormai privo della maggior parte della coltivazione, sono state comunque rinvenute e sequestrate oltre 150 piante.
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A pochi metri di distanza dal campo di marijuana, è stato individuato il casolare, denominato Cascina Cabianca, dove venivano ammassate le piante appena raccolte. Nel fabbricato, diroccato ed in stato di abbandono, le piante, ormai pronte per essere lavorate, venivano ripulite dalle parti non utili alla realizzazione dello stupefacente e distribuite a terra per una prima fase di essiccazione. In seguito, venivano trasferite nei locali del seminterrato ed appese su numerosi fili stesi. Una volta raggiunta la necessaria asciugatura, venivano raccolte in scatole di cartone, compattate e confezionate in grosse palle di cellophane, di 500 grammi ciascuna, pronte per la vendita.
L’operazione ha portato all’arresto di due persone, un cittadino albanese, B.E., di 38 anni ed un italiano, D.I., di 45 anni.
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Nel laboratorio sono stati rinvenuti sequestrati anche una pistola cal. 7,65 marca KRAL ATMADA con matricola abrasa e due proiettili, nonché un giubbotto anti proiettile ed altro munizionamento (circa 60 proiettili) cal.20 Winchester.
Nel complesso sono stati rinvenuti e sequestrati 58 chilogrammi di sostanza stupefacente e 303 piante di marijuana (153 piantine in vasetti pronte per essere interrate per una nuova produzione e 150 estirpate dal terreno di coltivazione).
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