RIVAROLO CANAVESE – Domenica scorsa, 9 settembre, presso la Fondazione “Comunità La Torre” a.m, Anffas Onlus di Rivarolo Canavese, si è tenuta la XXIV edizione della Giornata della Solidarietà.
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Una giornata importante per l’Anffas, che apre le porte alla cittadinanza e dove, i veri protagonisti, sono gli ospiti, ragazzi con disabilità e anziani.
“Questa giornata è fondamentale nel nostro programma annuale – ha dichiarato Giandario Storace, vice Presidente della Fondazione Comunità La Torre am Anffas Onlus – Una festa piena di allegria e divertimento.”
La mattinata si è aperta con il tradizionale concerto della Filarmonica di Rivarolo Canavese, a cui è seguita la celebrazione della Santa Messa.
Come sempre presente il banchetto con la pesca di beneficenza e anche un’esposizione dei disegni realizzati dai bambini della scuola elementare, relativi a progetti che danno risalto all’integrazione dei ragazzi con disabilità e al problema del bullismo.
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Il clou della festa è stato il pranzo con Paella e Sangria cucinata da Francesco con il supporto della Pro Loco di Rivarolo Canavese, a cui è seguito l’intrattenimento di Marco Picchiottino.
Un’edizione importante questa, perchè cade nell’anno del sessantesimo anniversario di Anffas, come ha sottolineato Giandario Storace, vice Presidente della Fondazione Comunità La Torre am Anffas Onlus: “Questa è una festa che assume un significato particolare. La disabilità è cambiata in questi 60 anni. Sessant’anni fa le persone con disabilità stavano chiuse in casa, non esistevano iniziative per loro. Adesso, soprattutto qua a Rivarolo, sviluppiamo progetti di autodeterminazione, in modo che possano vivere come noi, senza alcuna differenza e partecipare alla vita sociale in un modo vero. Per anni il nostro è stato un servizio criticato, definito ghettizzante, segregante, eppure noi abbiamo dimostrato che non è così, prendendo in carico anche persone che necessitano di un forte sostegno. Il progesso lo dobbiamo al cambiamento culturale, ma anche a Rivarolo Canavese che è una città accogliente che ci ha sempre ascoltato, ma soprattutto – ha concluso Storace – lo dobbiamo ai ragazzi che hanno creduto in questi progetti e stanno facendo vivere le persone con disabilità una vita inclusiva piena di soddisfazioni.”
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