TORINO – Esprimo il cordoglio mio e di tutto il governo per la scomparsa di Sergio Marchionne. Le mie sentite condoglianze alla sua famiglia e a tutti i suoi cari”. Questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Per la scomparsa di Sergio Marchionne arrivano i vari messaggi di cordoglio.
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“Torino e l’Italia perdono un uomo di grande visione, un innovatore capace di andare oltre gli schemi e di vincere sfide a prima vista impossibili – ha commentato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio torinese. – Il suo stile, la passione, la ricerca continua dell’eccellenza, la sua focalizzazione sui risultati e il suo background internazionale, ma al tempo stesso attento al territorio, lasceranno senza dubbio un segno profondo e duraturo negli imprenditori e nei manager che a lui si ispirano, ma anche in tutti i torinesi che negli anni hanno imparato a conoscerlo e ad apprezzarne le doti di tenacia e credibilità”.
Nel novembre del 2007 Sergio Marchionne era stato insignito del Premio Torinese dell’Anno 2006, il riconoscimento della Camera di commercio di Torino dedicato a chi, torinese di nascita o di adozione, ha offerto un contributo speciale nel proprio settore di attività, economia, arte, scienza, sociale.
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Alla base della scelta di allora, una motivazione che appare ancor più attuale oggi: “Per le sue doti professionali di manager, ma anche per la sua straordinaria capacità di credere nel successo. Un manager che non insegna “che cosa fare”, ma che chiede alla squadra dei suoi collaboratori il coraggio di obiettivi ambiziosi, condividendo insieme a loro fatica, dedizione e impegno, valori tipici dell’operosità torinese. Un manager che ha contribuito a far appassionare i torinesi al destino della loro città e a rilanciare l’immagine di Torino nel mondo!”.
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“Ho avuto il privilegio di conoscere Sergio Marchionne quando ero assessore al Lavoro della Regione Piemonte, – afferma il deputato di Forza Italia Claudia Porchietto – nel momento degli accordi sulla cassa per Mirafiori. Viene a mancare uno dei pochi manager che ha saputo guardare oltre, uno dei più visionari che abbia mai conosciuto”. E aggiunge: “Come tutti i grandi non era simpatico di primo acchito, duro ma professionale, ma non era stato scelto per esserlo. Doveva salvare una azienda in grosse difficoltà riportandola ad essere leader in Italia, Europa e nel mondo. Una missione compiuta rompendo gli schemi e ricordandoci che gli obiettivi possono essere raggiunti se unisci alle capacità professionali anche la dedizione per la causa”.
“Ho avuto modo di lavorare a stretto contatto con Sergio Marchionne quando ho rivestivo il ruolo di Senior Vice President Human Resources presso Magneti Marelli e Iveco. . Interviene il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo -Posso dire di aver collaborato con una persona dalla leadership visionaria, realmente fuori dal comune. Vorrei ricordare il suo rigore quasi calvinista, la sua ossessione nel ricercare e soprattutto valorizzare il merito. L’Italia perde realmente una risorsa di prima grandezza, peraltro riconosciuta nel mondo. Da lui ho imparato a non rinunciare mai ad avere il coraggio nel perseguire ciò in cui credo anche laddove pare impossibile ai più “.
“Il gruppo consigliare regionale di Forza Italia si stringe attorno alla famiglia Marchionne. Con la scomparsa del già ad di FCA, muore in parte l’idea di una Torino che guarda al mondo e non solo al Piemonte e all’Italia. – Ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia Andrea Fluttero insieme con il vice capogruppo Andrea Tronzano, il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia e i consiglieri Luca Bona e Luca Rossi. – Marchione in questi anni di leadership indiscussa nell’automotive ha saputo trarre dal mondo Fiat, dal know how dei suoi dipendenti, il meglio dell’intraprendenza piemontese ridando di nuovo di Torino un ruolo nell’industria dell’auto. Sergio Marchionne ci mancherà con il suo stile diretto che evitava ‘politichese e sindacalese’ per andare al cuore dei problemi. Ci mancherà per la sua capacità di vincere le scommesse che ai più sarebbero apparse impossibili: una fra tutte quella di puntare, in prima persona, su un marchio che pareva destinato a scomparire. E’ stato un esempio di dedizione, grinta e determinazione, un impegno senza limiti che ha spesso anteposto ad affetti e salute, permettergli però di lasciare a Torino e all’Italia un esempio di industria che sa uscire dalla crisi più forte di prima”.