TORINO – “Oggi, giovedì 22 febbraio, alle 14, ha avuto luogo l’Audizione di difesa dell’infermiere che ha ricevuto una contestazione disciplinare per aver chiamato i carabinieri al fine di liberare un ambulanza bloccata presso un DEA della provincia torinese, colpevole, secondo Città della Salute di non essersi rivolto ai diretti superiori per segnalare il caso.”
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A darne notizia è il NurSind tramite una nota che prosegue:“È questa l’accusa che si muove al collega la cui professionalità, serietà e competenza è da tutti riconosciuta. Abbiamo chiesto l’archiviazione del caso in quanto ritenuta infondata la contestazione. Abbiamo ricordato come il blocco delle ambulanze è un problema ampiamente conosciuto, non affrontato, nonostante sia stato ampiamente chiesto dalla nostra organizzazione sindacale preventivamente.
Bloccare un ambulanza, significa non poterla utilizzare per un cittadino che ne necessita e questo può comportare ripercussioni assai gravi. E’ come non avere a disposizione un defibrillatore in un reparto intensivo di cardiologia e fare finta di nulla. Non a caso, solo alcuni giorni prima, il collega aveva già segnalato, scrivendo ai propri superiori, il blocco delle ambulanze e l’impossibilità ad utilizzarle, senza avere avuto nessuna risposta e/o indicazioni.”
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“Inoltre, – aggiungono nella nota – abbiamo ricordato come neanche a seguito della segnalazione di un altra collega, inviata ai superiori, sia stata data risposta. Quest’ultima, particolarmente grave, in quanto un ambulanza a tre minuti da un codice rosso, risultava bloccata e si è poi appreso che il cittadino è deceduto. Infatti la procura di Torino ha aperto un fascicolo. Fatta questa dovuta premessa che di fatto discolpa il dipendente dall’accusa di insubordinazione avendo comunque segnalato più volte la grave problematica, non abbiamo potuto far notare come l’infermiere abbia agito nell’esclusivo interesse dei cittadini, stante anche quanto accaduto alcuni giorni prima e tenendo conto dei dettami deontologici della professione.”
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“Inoltre, i carabinieri hanno accolto la segnalazione e si sono attivati per la risoluzione del problema, segno evidente che la chiamata era appropriata e che si stava materializzando una interruzione di pubblico servizio con possibili ricadute sui cittadini. Ci siamo chiesti tra l’altro quale danno abbia arrecato alla azienda il collega infermiere tanto da essere passibile di un provvedimento disciplinare. Nessun danno all’azienda , nessun danno ai cittadini. Ha fatto solo il suo dovere.”
“Non vorremmo che questo provvedimento abbia una diversa finalità, ossia mettere il bavaglio a tutti quelli che hanno il coraggio di denunciare le inefficienze di un sistema che mette sempre più in difficoltà gli operatori e sempre più a rischio i cittadini, in modo da scoraggiare tutti gli altri a farlo. Per tutto questo abbiamo chiesto con forza e determinazione l’archiviazione e se non dovesse arrivare ci difenderemo in tribunale perchè non è possibile essere puniti per aver fatto il proprio dovere.
Abbiamo scritto anche al Ministro della salute Beatrice Lorenzin – conclude il comunicato – che solo un anno fa aveva definito eroi gli infermieri dell’Ospedale di Nola che avevano messo per terra i pazienti proprio a causa di mancanza di barelle e per permettere alle ambulanze di essere libere. Intanto sono diverse migliaia i messaggi di solidarietà di colleghi infermieri da tutta Italia che sui social condividono l’ hashatag #iostoconstefano”
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