TORINO – Nelle regioni Italiane dove il Numero Unico di Emergenza, NUE112, è attivo si sono registrate gravissime problematiche.
Lazio, Piemonte, Lombardia, Trentino e Toscana sono le prime regione che stanno facendo i conti con questo sistema di gestione soccorso fallimentare fin dai primi giorni. Siamo riusciti anche questa volta a creare un sistema che dilata i tempi di risposta al cittadino ed in più con costi altissimi per le casse delle stato/regione.
“Complimenti a tutti questi dirigenti/tecnici e politici che per interessi propri continuano a far finta di non sentire chi tutti i giorni lavora per il cittadino. Sindacati di polizia, vigili del fuoco e operatori sanitari 118 ringraziano.”
Questo è il pensiero comune, non soltanto dei sindacati di Vigili del Fuoco, Polizia e Infermieri 118, ma di tutti coloro che operano sulle direttive di questo sistema di gestione.
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Tutti i uniti, i Sindacati, hanno emesso un comunicato congiunto, che pubblichiamo qui di seguito:
“In riferimento a quanto comparso sul sito della Regione Piemonte, la decima edizione della giornata europea del 112 NUE – Numero Unico Europeo – (fu istituita nel 2009) ci vede ancora lontani dall’avere una copertura nazionale ma data l’inadeguatezza del modello italiano, questa è una buona notizia. Aldilà delle risultanze e degli esiti giudiziari rimane certezza che finora nulla sia stato fatto per correggere quegli errori fatali approdati sul tavolo di due procure.
L’allungamento dei tempi di risposta, le centinaia di localizzazioni errate, l’inoltro delle chiamate ai servizi sbagliati e l’incomunicabilità tra gli enti del soccorso sono noti. Le interrogazioni parlamentari, regionali, le proteste e le petizioni non si contano più; ricordiamo i toni trionfalistici con cui si affermava la nascita di un nuovo servizio senza che i cittadini si accorgessero del cambiamento ed è sulla base di questa convinzione che informare la popolazione, benché dovuto per legge, è stato ritenuto superfluo.
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Gli effetti sono ben visibili. Su quasi un milione di chiamate pervenute al 112 NUE nel 2017 la metà sono state archiviate cioè non sono state trasmesse ad alcun servizio. Questo significa che la metà delle richieste hanno contribuito a sovraccaricare le linee di comunicazione, a diminuire la ricettività, ad aumentare i tempi d’attesa e a creare i colli di bottiglia.
Un’informazione corretta e capillare avrebbe diminuito il numero di richieste totali ottemperando ad un’attività chiamata prevenzione. Solo incompetenza o malafede scambiano un problema per un successo, intestando i meriti di quest’ultimo ad un filtro efficace condotto dagli operatori. Sono state dilapidate risorse pubbliche per strutture ridondanti, moltiplicando gli incarichi governativi e gli sprechi. Con cifre nettamente inferiori avremmo potuto convogliare la risposta in un’unica soluzione e adeguare la tecnologia obsoleta utilizzata dai sistemi di emergenza.
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La parola “geolocalizzazione” ha il potere di far inorridire qualsiasi addetto ai lavori: né pattuglie, né ambulanze sono geolocalizzabili. La Centrale Unica di Risposta 112 non dispone di connessione internet, condizione peraltro condivisa con l’emergenza sanitaria. Non sono stati sufficienti i casi riportati sulle cronache nazionali, a rimettere in discussione l’impianto fallimentare che ha mostrato tutti i suoi limiti anche nella città di Torino durante la tragedia di Piazza San Carlo.
Politici e dirigenti, avvezzi a scaricare le proprie colpe sull’ultimo degli esecutori, hanno sempre evitato accuratamente il confronto per interessi economici e clientelari, per la svendita del servizio pubblico in favore di enti privati, per l’arroganza dell’impunità di chi, nonostante il tributo di vite umane e i disagi che quest’organizzazione ha causato, non ha mai sentito il bisogno di chiedere scusa.
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Le rappresentanze dei lavoratori delle sale operative celebrano questa giornata inviando alla IV Commissione Sanità della Regione Piemonte un documento contenente i criteri per attuare sul territorio soluzioni interforze, sollecitando nel contempo la richiesta di un’audizione congiunta pervenuta alla Commissione stessa ormai diversi mesi orsono.”
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