LANZO / BALANGERO – Questa è l’incredibile storia di Barbara Silli Medico Chirurgo in servizio all’ospedale di Lanzo che nella settimana passata è stata al centro di una storia che sarebbe l’ideale per la famosa penna di Giovanni Guareschi autore delle memorabili vicende di Don Camillo e Peppone ambientate nel dopo guerra nella Bassa Padana.
Qui invece siamo ai piedi delle Valli di Lanzo. A raccontare i fatti è proprio Barbara Silli: “Lunedì 22 gennaio al pomeriggio, mentre ero al lavoro, sono stata contattata dal Movimento 5 Stelle è più precisamente da Stefano Audino Consigliere pentastellato della Città Metropolitana per una proposta che mi ha lasciato senza parole. Cercavano una candidata civile per la loro lista Uninominale alla camera dei Deputati, la volevano laureata presente sul territorio, pulita non coinvolta politicamente e dal territorio era venuto fuori il mio nome .. avevano scelto me. Due ulteriori riunioni nella giornata di martedì con il consigliere Davide Bono della regione Piemonte e al termine delle quali ho detto si. Non avevo molto tempo per pensarci. Il lunedì successivo sarebbero dovute essere consegnate le liste ufficiali e c’era tanto da fare tra documenti e preparazione. Ci siamo stretti la mano per un inizio di collaborazione, per me più che sufficiente per partire carica come non mai per affrontare questa grande avventura.”
“Premetto – continua la Silli – che ho detto si perché ho pensato di poter portare quello che sono io, con la mia forza, la mia passione la mia correttezza e la mia determinazione in un mondo totalmente nuovo, che ho pensato di poter rendere più pulito. Ho detto sì perché amo il mio territorio e pensare di poter portare a Roma le nostre Valli, già troppo spesso abbandonate, è stato uno dei sogni più belli che potessi fare. Ho ricevuto appoggio totale dalla mia famiglia dai miei amici e dall’ospedale, compresi il Primario e il Direttore Generale che ho scomodato per avere l’autorizzazione necessaria alla mia nuova avventura politica. A seguire tre giorni concitati, mail anche dalla loro Segreteria delle uninominali corsa in Tribunale ad Ivrea per i documenti, realizzazione del video di presentazione e delle foto per i volantini, nella notte tra venerdì e sabato ancora richieste di documenti compreso il curriculum vitae. Un bellissimo sogno che si è infranto alle 10 di sabato mattina: un messaggio su cui vi era scritto “ho una brutta notizia da darti. Un’ora dopo telefonicamente: “Mi dispiace, hanno cambiato idea, hanno deciso di candidare un’altra persona, non laureata, non esperta, non immersa nel territorio“ come invece potevo essere io, “perché politicamente è stato scelto il territorio di Ivrea a quello delle valli di Lanzo”.
“Uno schiaffo a me, – conclude Silli – che mi sono messa totalmente in gioco per ideali che credevo fossero comuni, e uno schiaffo al territorio che ancora una volta è stato volutamente dimenticato dai vertici. Ho creduto nell’onestà, ho creduto nei valori, ho creduto che si potesse cambiare qualcosa, davvero questa volta, davvero perché con me ci sarebbero state persone nuove, persone pulite e persone con ideali puri e sinceri per migliorare, mettendosi in gioco quello che spesso si critica guardandolo da fuori. Tutto Falso da un momento all’altro il voltafaccia dall’alto sono arrivate direttive diverse, direttive che comandavano l’esclusione delle nostre Valli per il territorio di Ivrea. Mi hanno stravolto la vita in 5 giorni folli e poi mi hanno detto “abbiamo cambiato idea”, non è stato per un problema nei miei confronti, perché mi conoscevano già prima sapevano chi sono e cosa ho fatto sia sul lavoro che nelle mie passioni e quando nei vari colloqui ho sottolineato questo aspetto mi è stato detto “Nessun problema, sappiamo chi sei e conosciamo i tuoi profili social”. Negli ultimi messaggi mi hanno chiesto scusa per come sono andate le cose, ma la cosa brutta che non una chiamata da chi mi aveva stravolto la vita. Quello che mi ha fatto male l’essere stata esclusa con una telefonata , non aver avuto modo di andare giù e discutere la questione .. di poter dire le mie ragioni”
La faccia in questa vicenda l’ha messa sicuramente Stefano Audino consigliere della Città Metropolitana che per primo ha posto le scuse a Barbara Silli per questa vicenda, pur asserendo che la legge parla chiaro in caso di collegio uninominale: l’ultima parola spetta ai vertici e così è stato.
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