SAN MAURIZIO CANAVESE – A San Maurizio Canavese il Giorno della Memoria é sempre stato commemorato con iniziative interessanti e mai scontate.
La manifestazione di quest’anno, curata dalla Sezione Anpi “Giuseppe Ferrero”, in collaborazione con l’Amministrazione, si é svolta sabato 27 gennaio presso Le Person dij Partigian (Le Prigioni dei Partigiani), gli scantinati della vecchia scuola, in Via Bò 4, segnalati dall’Istituto Storico della Resistenza di Torino tra i più importanti luoghi della memoria resistenziale del Piemonte. Il numeroso pubblico presente, tra cui l’applaudito partigiano “Bataja”, ha assistito al “Concerto della Memoria” eseguito dall’Orchestra fiati della Scuola di musica Musicland – Sportkids A.S.D.C. diretta dal M° Antonello Mazzucco.
Attraverso letture e musiche dal ghetto di Terezin è stato ricordato ciò che accadde in quel campo di concentramento nazista sorto a circa 60 km a nord di Praga, che si distinse per la sua unicità data dall’alto livello culturale dei detenuti. Nonostante le dure condizioni di vita, i prigionieri ebrei non smisero mai di suonare, cantare, comporre e fare concerti. I nazisti usarono queste loro abilità per allietare le serate, permettendogli di continuare a fare arte, rimanendo in vita con il corpo e lo spirito. “Terezin – ha spiegato Franco Brunetta, referente de “Le Person dij Partigian” – ci insegna fino a che punto si spinse la razionalità del progetto di sterminio nazista nel tentativo non solo di nascondere le proprie nefandezze, ma addirittura per ottenere il riconoscimento della Croce Rossa Internazionale per poterle impunemente proseguire”.
Poi ha invitato a riflettere sulle responsabilità italiane, spesso trascurate: “Quest’anno ricorrono 80 anni dalla promulgazione nel 1938 delle Leggi Razziali. “Macchia indelebile della nostra storia” come le ha definite il Presidente Sergio Mattarella. Furono volute dal fascismo con la complicità del re Vittorio Emanuele III. Purtroppo vediamo oggi da più parti negare o tentare di riabilitare i neri fantasmi di un luttuoso passato, perché le radici di quella cultura di violenza dell’Uomo sull’Uomo non sono state estirpate e c’è la necessità di non essere indifferenti”. Concetti ripresi dall’assessore Sonia Giugliano, presente con la collega Silvia Aimone Giggio, secondo cui: “In questo mondo di progresso e grandi conquiste non siamo stati in grado di estirpare la paura della diversità. Non dimentichiamoci mai che il fascismo fu anche odio razziale”.