CASTELLAMONTE – Riceviamo una lettera aperta della Segretario del Partito Socialista sezione Castellamonte e Canavese, Orazio Cav. Morgando Vigna, e la pubblichiamo qui integralmente:
“ Una storia triste di questo 2017 ma, speriamo, a lieto fine nel 2018: FRANCO
Orazio Cav. Morgando VignaMINUTIELLO. La delicata e triste storia di Franco Minutiello non poteva che essere il nostro argomento di chiusura di questo 2017. L’ abbiamo tenuto per ultimo proprio per l’importanza che vogliamo dare a questo caso sociale e umano, sperando che il 2018 possa alleviare sia le sofferenze lavorative sia quelle della salute di Franco.
Un caso molto vicino a noi castellamontesi che deve dar spunto a una discussione seria ed efficace sul problema del lavoro, in particolare sulla tutela dei lavoratori che vengono colpiti da malattie gravi e, quindi, immediatamente licenziati: uno Stato Civile e Moderno come il nostro deve tutelare queste situazioni! Si vedono troppo spesso, sui quotidiani nazionali, molti casi simili a quello di Franco: dobbiamo agire seriamente, INSIEME, senza divisioni, senza campanilismi.
In primavera ho sollecitato, in qualità di Segretario di Sezione, sia il Presidente Sen. Eugenio Bozzello, sia il Segretario Regionale, Sen. Enrico Buemi, – oltre ad aver portato il caso a conoscenza del Segretario Nazionale, Sen Riccardo Nencini, durante i festeggiamenti per i settanta anni di iscrizione al Partito Socialista del Sen. Eugenio Bozzello -, i quali si sono attivati immediatamente e qualche cosa si è mosso… ma dobbiamo andare avanti in questa direzione affinché le parole si trasformino in fatti concreti e venga emanata una legge seria a tutela di queste fasce deboli e non solo.
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Per Franco è in corso una causa al Tribunale di Ivrea, per questa ragione io non voglio in questo momento entrare nel merito, però sono sicuro che la Giustizia Italiana farà il suo corso e sono fiducioso e convinto che nel 2018 Franco ritroverà quella serenità lavorativa che ha ingiustamente perso lo scorso Aprile.
Detto questo, vorrei in breve raccontare, per chi non la conoscesse già, la storia di Franco e poi terminare con un appello: in qualità di Segretario della Sezione di Castellamonte e Canavese faccio appello a tutte le forze politiche e sociali del Nostro Paese affinché si possa trovare INSIEME realmente una soluzione concreta e una legge seria a tutela di queste categorie.
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FRANCO MINUTIELLO: Licenziato in tronco dopo dieci anni perché malato di Parkinson. Una vita a spaccarsi la schiena quella di Franco Minutiello, sessantenne di Cuorgnè, nel Torinese, operaio e autotrasportatore, entrato nel 2006 nella ditta che si occupa della raccolta rifiuti in Canavese. Faceva il netturbino, Minutiello: «Quell’occupazione non era il massimo, ma almeno mi dava da mangiare».
Poi inizia l’incubo: un giorno di ottobre di tre anni fa, la mano destra ha iniziato a tremare in modo insolito. La diagnosi dei medici è stata implacabile e impietosa: «Ci dispiace, lei ha il morbo di Parkinson». Il 17 marzo 2017, dopo la lunga trafila vissuta tra ospedali, ambulatori, studi medici, gli è arrivato il telegramma della Teckonservice, l’azienda per la quale lavorava fino a meno di un mese prima: «Inidoneo al lavoro». E lui? «Ho sentito la terra franarmi sotto i piedi, è stata una mazzata» dice senza nascondere rabbia e amarezza.
E adesso eccolo qui il signor Minutiello, seduto sulla poltrona di casa a raccontare la sua storia. Scuote la testa: «Non hanno avuto alcun rispetto per la mia vicenda e la mia persona». Ora ha deciso di impugnare il licenziamento e la sua causa finirà in Tribunale a Ivrea, davanti ad un giudice del lavoro: «Stiamo studiando il caso – spiega il suo avvocato – ma c’è da dire che Minutiello è stato particolarmente sfortunato».
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La malattia ha iniziato a manifestarsi 3 anni fa e già nel 2015 è stato un entrare e uscire dagli ospedali. «Mi sono dovuto assentare parecchio per le cure, non stavo bene e non potevo più svolgere la mia attività di netturbino come volevo e come pretendeva l’azienda da me» racconta.
Il 17 di febbraio la Teckonservice lo dichiara inidoneo, nonostante lui stesso avesse chiesto di poter accedere alla legge 104 e al part time. «Questo per non gravare troppo sul mio datore di lavoro» racconta. Tutto inutile.
Il caso, il 6 marzo, finisce alla Direzione territoriale del lavoro a Torino per un tentativo di conciliazione. C’è la Teknoservice ma lui, quel giorno, non può presentarsi: «Manda una giustificazione, non stava bene» spiega il suo legale. Tutto rinviato al 15, nove giorni dopo. E anche in quell’occasione Minutiello non può andare all’incontro perché è in ospedale per sottoporsi ad una risonanza magnetica. Non ha più appelli e due giorni dopo arriva il telegramma di licenziamento. L’azienda che dice? «Conosciamo bene la situazione di questo signore e ci dispiace molto per la sua malattia. Ma questa è un’azienda, non un istituto di carità. Nella nostra ditta lavorano già quasi trenta persone inabili e non c’è più posto per un dipendente malato in più, in quanto non ci sono altre mansioni idonee da svolgere» dice il responsabile della Tekonservice.
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Ancora due anni e qualche mese e Minutiello avrebbe potuto accedere allo scivolo della pensione anticipata. Ora la sua battaglia si trasferirà in Tribunale. La storia di Franco, allorquando la leggo ed ogni volta che incontro il suo sguardo, quando civediamo in Città, mi lascia un grande vuoto e molta tristezza, mi sento così impotente difronte a questa ingiustizia.
Sergio MattarellaSono stato anch’io un Manager in una grande Azienda leader mondiale nell’ abbigliamento negli anni passati, ho avuto modo anch’io di confrontarmi, mio malgrado,con casi come questo, ma posso serenamente dire,senza polemica alcuna, che mai mi sono assunto la responsabilità di donare sofferenza a chi ha “già” sofferenza.
Ovviamente, come ho già detto, sin a quando la causa è in corso non vado oltre, ci sarà modo sicuramente di aprire un lungo dibattito al termine della procedura. Abbiamo inviato nei giorni scorsi, come Segreteria della Sezione di Castellamonte,un appello al Presidente della Repubblica Italiana, S.E.Sergio MATTARELLA.
Lo scopo della nostra missiva al Capo dello Stato è semplice: quella di portare in evidenza non solo il singolo caso, ma segnalare a Lui, così come abbiamo fatto con il Governo, lanecessità di una legge concreta a tutela di queste categorie e segnalare inoltre che i malati di Parkinson ad oggi non sono nemmeno riconosciuti come tali, sembra davvero assurdo, ma è così.
Concludo con un messaggio a Franco: Franco, possa questo nuovo anno presentare molte opportunità sulla tua strada, farti esplorare ogni gioia, trasformare i tuoi sforzi in grandi risultati. Buon Capodanno 2018!”
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