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VENARIA REALE – I famigliari non possono pregare sulla sua tomba perchè la cappella è inagibile (FOTO E VIDEO)

VENARIA REALE – “Vi prego aiutateci, vogliamo pregare sulla tomba di mio fratello”. Questo il disperato appello di Maria e Rosa Lupo, sorelle di don Rosolino, vice parroco della Santa Gianna Beretta Molla, deceduto il 13 settembre dello scorso anno .

“Riusciamo a vedere mio fratello attraverso un infisso posto al lato della cappella – raccontano indignate le sorelle all’oscuro che la cappella in questione, (dove per altro vi sono sepolti altri parroci e le spoglie di don Giacomo Mosso prevosto di Altessano dal 1940 sino al 1975, figura ricca di carisma ed umanità, oltre che religioso preparato che ha attraversato il borgo antico come nessun altro), fosse chiusa da parecchi anni – ci contattò l’allora parroco della Santa Gianna, don Luca, riferendoci che nostro fratello veniva tumulato assieme agli atri parroci nella cappella di Altessano. Il giorno del funerale ci fecero dare un ultimo saluto veloce dall’esterno prima di chiudere definitivamente il portone spiegandoci che erano in corso i lavori di ristrutturazione e nel giro di pochi mesi avremmo potuto pregare all’interno”.

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Una cappella semplice, quella del cimitero di Altessano che attende da anni di essere ristrutturata e versa in uno stato di abbandono, al suo interno le infiltrazioni vietano l’ingresso per pericolo di crollo ma, nonostante ciò, si è dato il permesso di tumulare il corpo del vice parroco.

“Quando sono andata in comune per chiedere informazioni – chiosa Maria – la risposta è stata che la cappella è chiusa da diversi anni ed è a quel punto che ho chiesto lumi al sindaco. A luglio il vice sindaco Castagno dopo averci ricevute ci comunica che i lavori di manutenzione erano al bando ma noi a distanza di 14 mesi non possiamo ancora inginocchiarci davanti alla tomba di nostro fratello o depositare un fiore se non dietro il portone superando il divieto di accessibilità dell’area interdetta” .

Fa male guardare queste due sorelle “spiare” attraverso una fessura il loro fratello, che per 40 anni ha predicato amore attraverso le sue missioni comprendendo che in ognuno c’è la ricchezza e la dignità dell’uomo e lo ha fatto con generosità e sensibilità. Non ha solo predicato il bene, ma lo ha praticato. “Una situazione disastrosa – fa eco il consigliere di minoranza Salvino Ippolito – non tanto per la carenza dei loculi che sono pari a zero, ma anche per quanto riguarda la messa in sicurezza nelle zone degradate. La stessa recinzione, fuori norma e fuori legge, infissi, tegole e caditoie ormai marce che possono cadere da un momento all’altro mettendo a serio rischio l’incolumità di viene a trovare i propri cari.”

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E aggiunge: “La vicenda delle due sorelle è assurda, ci sono 40 loculi abbandonati all’esterno e al suo interno degli ossari che potrebbero essere adoperati se ci fosse una seria ristrutturazione e non lasciati all’incuria. È vergognoso come queste due sorelle non possano nemmeno depositare un fiore sulla tomba del fratello perché i lavori mancanti e il sistema di sicurezza sono pari a zero. Dopo le varie sollecitudini del sottoscritto chi Amministra questa Città ha lasciato come si vede tutto all’incuria senza aver nemmeno rispetto per i defunti”.

Una battaglia, quella dei cimiteri venariesi che porta avanti da tempo Valter Perin del Comitato Salvaguardia Cimiteri “Si fanno funerali “vendendo loculi inagibili” cioè protetti dalle griglie che impediscono l’avvicinamento, visto la dichiarazione di strutture pericolanti, anche solo per portare un fiore ai propri cari. E quindi continueremo a dover spiare i nostri morti dalle transenne, in attesa che il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici ci comunichino dove sono i 40 loculi; quelli che sarebbero in ristrutturazione nel cimitero di Altessano, perché se sono quelli adiacenti alla cappella pericolante, risulterebbe l’ennesima presa in giro per la città. E che ci raccontino anche, quando saranno fruibili, utilizzabili per le sepolture i 144 loculi nel cimitero capoluogo, non ci interessa sapere quando faranno lo stanziamento, vorremmo capire perciò se il racconto delle frottole ha un termine, per porre fine questo grottesco teatrino”.

Assieme ai familiari del sacerdote il Sindaco si è recato al cimitero di Altessano per cercare una soluzione: “Come Amministrazione siamo molto dispiaciuti dell’incomprensione che c’è stata, frutto di una mancanza di chiarimento dalla Curia – spiega Falcone – addirittura quando ci chiesero l’autorizzazione straordinaria, essendo a conoscenza dell’inagibilità della cappella, abbiamo dovuto come giunta deliberare per il posizionamento della salma insieme ai confratelli, specificando in una lettere che la soluzione sarebbe stata non perseguibile da parte dei familiari quando sarebbero venuti a trovare i loro cari e ora cercheremo con la Curia di trovare una soluzione.”

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“La cappella – conclude Falcone – è stata chiusa nel 2011 con comunicazione di giunta al settore lavori pubblici che aveva stimato i costi intorno ai 170mila euro, il problema è che non abbiamo trovato nel triennale della precedente Amministrazione nessuno stralcio dei lavori da fare in questa cappella, non era mai stata presa in considerazione e ora tocca a noi reperire i fondi per risistemarla; si fosse agito prima non ci troveremo in questo stato”.

A Don Mosso è stato dedicato un centro sportivo e per molti venariesi nella memoria e nelle opere non ha mai lasciato la sua comunità: “Ora potremmo appellarci alla Curia, chiedere il parere alla sovrintendenza, poichè oggi quella cappella è anche tutelata, per far sì che i fedeli e i cari di Don Lino possano pregare su una tomba degna del loro operato. Questi sacerdoti oggi come allora meritano un amore e una riconoscenza straordinaria, non di certo una cappella simbolo del degrado.”

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