BUSANO – Lo scorso lunedì si è tenuto, presso il salone polivalente di Busano, un incontro tra i Sindaci dei piccoli comuni e l’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia).
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Argomento del convegno, la decisione assunta dalla Regione Piemonte di costituire degli Ambiti Territoriali Ottimali.
In tali ambiti dovrebbero confluire tutti i Comuni e svolgere funzioni associate, quali ad esempio la segreteria generale, l’organizzazione, la gestione finanziaria, i tributi…
I Comuni avranno la possibiltà di scegliere l’ambito, ma dovranno comunque farne parte. Le altre province stanno insorgendo a questa decisione.
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Il rischio è che i Comuni di piccole dimensioni vengano fagocitati da quelli grossi, e che i servizi resi al cittadino siano minori di quelli attuali.
La Regione dovrebbe incentivare gli ambiti: ma per quanto? Inoltre si rishierebbe un aumento dei costi per i cittadini. La domanda che i sindaci e l’ANPCI si sono posti è: dove si vuole arrivare con questa operazione? Il timore è che si voglia giungere ad una fusione, andando a diminuire il numero dei Comuni.
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Diverse sono le obiezioni che hanno sollevato i sindaci e gli amministratori presenti all’incontro (oltre a Busano, Burolo, Lusigliè, Vialfrè, Maglione, Montalenghe, Settimo Rottaro, Front, Ozegna, Pertusio, Borgiallo, Oglianico, San Ponso, Vallo Torinese, Mattie, Salassa, Vische, Ribordone e Ronco Canavese), tra cui le difficoltà che incontrerebbero i comuni montani maggiormente isolati, e comunque tutti in disaccordo sulla creazione di questi “ambiti territoriali ottimali”.
In generale l’autonomia di ogni singolo comune sparirebbe. E anche in caso di referendum si sommerebbero i voti di tutti i comuni dell’ambito, quindi, i risultati di quelli piccoli, non avrebbero alcun valore rispetto a quelli dei centri grandi.
I costi sarebbero uguali per tutti, con il rischio di un aumento per i cittadini.
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