di Alessandra Hropich scrittrice per Bibliotheka Edizioni e You Can Print (www.youcanprint.it)
Incontro il giovane e dinamico Flavio Ronzi, Segretario generale Croce Rossa italiana.
Dottor Ronzi, quali sono i nuovi progetti e i cambiamenti della Croce Rossa italiana? Risposta: Innanzitutto, siamo stati privatizzati, siamo passati da pubblico a privato. C’ é stato un cambio di passo, di staff, di tutto.
Allora, possiamo parlare di un cambiamento in meglio?
Risposta: La struttura pubblica non funzionava come doveva sul territorio. La normativa pubblica ha un impianto amministrativo ma non era funzionale all’ attività. Ora vi sono vantaggi gestionali, di rapidità. La Croce Rossa arriva dove le Istituzioni non arrivano. Non siamo però né Ong né Organismo pubblico. Abbiamo avuto un aumento di volontari, da 140000 a 160000 negli ultimi due anni. E un aumento delle sedi sul territorio.
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É importante l’ aumento delle sedi, immagino.
Risposta: Certo, il territorio vive del patto con la propria comunità. Se aumentano le sedi della CRI é perché vi é bisogno.
Quindi, siete diventati privati ma non possiamo parlare di privatizzazione.
Risposta: Non é privatizzazione, la CRI non è di qualcuno, i soci hanno tutti lo stesso livello. Anzi, odio il termine “privato” Non serve che sia Ente pubblico, noi siamo una Comunità che opera. Gli unici che debbono possederci sono i cittadini.
Mi piace molto ed é eloquente la tua affermazione: “gli unici che debbono possederci sono i cittadini!”
Risposta: Certamente!
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Vorrei sapere cosa hai fatto tu, Flavio Ronzi, qui in Croce Rossa.
Risposta: Ho aperto il primo rifugio per omosessuali vittime di violenza. Il rifugio nasce perché la normativa italiana non prende in considerazione la violenza omofoba. Mentre una donna vittima di violenza accede ad un percorso e siamo abituati a questo.
Beh ma é veramente innovativo per la Croce Rossa occuparsi di discriminazione omofoba. Risposta: É nato il Refuge Lgbt. Abbiamo tantissime storie di persone invisibili.
E Voi ve ne occupate!
Risposta: Assolutamente sì.
Cosa ti caratterizza?
Risposta: Il fatto che io voglia fare, fare, fare, fare!
Cosa ti rende felice?
Risposta: Essere me stesso, questa é la mia sfida quotidiana. O meglio, rimanere fedele a me stesso.
Ma è un pensiero nonché obiettivo stupendo!
Risposta: Sì ma restare fedele a sé stessi implica un prezzo altissimo. Io la penso così: “O cambio o me ne vado!”
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