LANZO – Era tenuta prigioniera in una baita a Lemie, la modella inglese di 20 anni, rapita lo scorso 11 luglio a Milano.
Era stata aggredita, narcotizzata, ammanettata e chiusa dentro un borsone da viaggio. L’obiettivo era venderla al miglior offerente su siti pornografici del deep web. Per impedire la “vendita” della ragazza il suo agente avrebbe dovuto pagare un riscatto di 300mila dollari. La ragazza è stata poi rilasciata dopo sei giorni di prigionia.
Gli investigatori della Squadra mobile di Milano e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dopo aver svolto un’indagine lampo in collaborazione con il Compartimento polizia postale della Lombardia e il coordinamento dalla Direzione centrale antimafia, il 18 luglio hanno arrestato un cittadino polacco di 30 anni, Herba Lukasz Pawel, dell’87, residente in Gran Bretagna, ritenuto responsabile del rapimento, con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione.
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La giovane modella era arrivata nel capoluogo lombardo il 10 luglio e il giorno dopo avrebbe dovuto effettuare un servizio fotografico richiestole da un fotografo tramite il suo agente.
Appena entrata nell’appartamento di via Carlo Bianconi nel quale avrebbe dovuto incontrarsi con il professionista, è stata aggredita da due uomini.
I rapitori hanno caricato nel bagagliaio di un’auto il borsone con la ragazza e hanno raggiunto una baita isolata a Borgial, una frazione del comune torinese di Lemie. Nel casolare la modella è stata tenuta ammanettata a una cassettiera in legno di una camera da letto sino alla mattina del 17 luglio, quando è stata liberata e accompagnata al consolato britannico di Milano.
Gli investigatori hanno appurato che da quel luogo il cittadino polacco aveva già organizzato diverse aste online per la vendita di ragazze rapite, attraverso annunci nei quali descriveva le “prede” e stabiliva la cifra di partenza, anche se non è stato ancora verificato se nei precedenti episodi l’uomo avesse realmente rapito le sue vittime o si fosse inventato tutto.
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Durante il sequestro il rapitore, utilizzando account criptati, ha chiesto all’agente della modella un riscatto di 300mila dollari per impedire la vendita all’asta dell’ostaggio, rivendicando l’azione a nome del “Black death group” (Gruppo della morte nera), un’organizzazione che nel deep web gestisce diversi traffici illeciti.
Mentre trattava il riscatto l’uomo avrebbe ricevuto diverse offerte per le prestazioni sessuali della ragazza, per un valore di oltre 300mila dollari.
Alle indagini hanno preso parte anche gli specialisti del Gabinetto regionale lombardo della Polizia scientifica
Sono in corso ulteriori accertamenti, anche in Polonia e Gran Bretagna con la collaborazione del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) e il coordinamento tra le rispettive autorità giudiziarie, per individuare eventuali complici e per chiarire se si sia trattato di un sequestro con contestuale truffa ai danni di ipotetici acquirenti o se lo scopo dell’azione sia stato veramente quello di rapire e vendere la ragazza.
Al momento non risulta essere stato pagato alcun riscatto per il rilascio della giovane modella.
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